Ieri pomeriggio, Annalisa Avon, Moreno Baccichet e Paolo Tommasella hanno analizzato la città di Pordenone nei suoi aspetti architettonici, raccontando le storie che si celano dietro ai vari edifici e che vanno ad inserirsi nella Storia della nostra Nazione. L’incontro, dal titolo La città del Novecento, ha analizzato dunque il modo in cui si sono trasformati gli spazi e le azioni dei cittadini  in essi.

Per gli aspiranti imprenditori, o semplicemente per chi ha voglia di capirne qualcosa in più su questo magico mondo, Fabio Fulvo ha presentato il suo libro Dall’idea all’impresa: un utile insieme di consigli, spunti e informazioni sull’argomento. Lettura preziosa anche per gli imprenditori già avviati, la pubblicazione illustra come dall’analisi della sostenibilità economica dell’idea imprenditoriale si passi alla sua effettiva realizzazione.

Cambiando ambito, troviamo l’ex magistrato Gian Carlo Caselli il quale, in Nient’altro che la verità, ha raccontato l’esperienza da magistrato e, conseguentemente, gli aspetti privati della sua vita che il lavoro ha inevitabilmente influenzato. La narrazione si snoda, così, tra lucide analisi e aneddoti personali, tra cui il ricordo di quando, a Palermo, aveva «soltanto una libertà, quella di respirare».

Giacomo Todeschini racconta invece la storia del rapporto fra la nascita dei ghetti ebraici e lo sviluppo del sistema bancario italiano, nel corso dell’incontro La banca e il ghetto. Una storia italiana. Lo storico ha spiegato come il ghetto sia nato principalmente in quanto mezzo utile alla chiesa per arginare – anche fisicamente – il successo delle banche gestite dagli ebrei.

Alle 18.30 il seguitissimo evento di apertura, La scrittura e la vita, con la protagonista e madrina della diciassettesima edizione di pordenonelegge: Dacia Maraini. Un incontro ricco di parole, ma anche di emozione, che ha spaziato dai più scottanti temi di attualità alla vita personale ed alle esperienze professionali dell’autrice. Ad arricchire ulteriormente la conversazione, la presenza dell’attrice Piera Degli Esposti, grande amica della Maraini e protagonista di uno dei suoi romanzi.

La sera, invece, il pubblico all’auditorium della Regione ha ascoltato la lezione di Francesca Corrao, che con Specchi. Islam, religione politica ha dato il via al ciclo di 12 incontri sull’attualità che l’associazione Aladura porterà avanti fino a marzo. La professoressa ha parlato della storia di una cultura – quella islamica – ma soprattutto ha portato all’interno dell’auditorium l’atmosfera orientale, e dipinto attraverso le sue parole la meravigliosa arte di un popolo.

Al teatro Verdi, uno degli appuntamenti più attesi della giornata: quello fra uno scrittore, Mauro Corona, ed un musicista, Omar Pedrini. Sulla via del sole e ritorno ha toccato vari temi, dal rapporto fra letteratura e musica, alla discussione etica, agli aneddoti personali dell’autore ertano, mantenendo sempre vivo l’interesse del folto pubblico.

La nuova mattinata a pordenonelegge comincia con il secondo appuntamento di “Specchi”, Il mondo islamico, in cui Francesca Corrao ha fornito una ricca panoramica delle (numerose) analogie fra la cultura occidentale e quella islamica. Un incontro colorato delle splendenti sfumature delle opere architettoniche orientali, e dal sapore della consapevolezza che i due mondi non sono poi così diversi.

A seguire, Racconti di una città industriale, incontro di presentazione dell’omonimo testo teatrale di Bruna Braidotti. Sul palco, Nico Nanni e Fulvio Comin hanno raccontato la storia industriale della città di Pordenone che comincia, nell’Ottocento, dalle acque del Noncello che permisero la produzione di energia elettrica e quindi lo sviluppo delle numerose manifatture ad essa legate.

Il Convento di San Francesco ha visto invece la presentazione dei finalisti del Premio Campiello Giovani 2016: le giovani scrittrici hanno raccontato brevemente le storie con cui hanno partecipato al concorso, evidenziando la varietà di tempi e generi che lo hanno caratterizzato.

Filippo Laporta ha realizzato un encomio dei giovani con l’incontro Indaffarati senza lavoro , dedicato al suo ultimo libro in cui li definisce «semplicemente insoddisfatti, e preoccupati di trovare il perché della loro esistenza». L’autore si oppone all’idea dei giovani di oggi come di persone svogliate o pigre, sostenendo invece che essi siano alla ricerca del loro posto nel mondo.

Infine, prima di lasciarci al pranzo, Leonardo becchetti tiene quella che possiamo definire prima di tutto una lezione sulla vita responsabile in comunità. Capire l’economia in sette passi s’incentra infatti sulla necessità di una cittadinanza responsabile, che cooperi con mercato, istituzioni ed imprese al fine di realizzare il bene (anche economico) dell’intera comunità.

Si conclude così anche la seconda giornata di pordenonelegge, che ha visto protagonisti autori, parole, riflessioni, immagini, ma soprattutto le emozioni che solo il nostro festival può dare.