All’interno della conferenza dal titolo La nascita imperfetta delle cose il pluripremiato ricercatore Guido Tonelli (che è stato fra i protagonisti della ricerca del Bosone di Higgs) ha posto un accento particolare sul significato della particella di Dio, e su come la sua scoperta sia legata alla natura tutt’altro che stazionaria della ricerca scientifica. Ma andiamo con ordine: cos’è esattamente il Bosone di Higgs? Per rispondere a questa domanda è necessario fare un passo indietro, e raccontare brevemente quella che era la teoria principale elaborata per spiegare l’origine dell’Universo.
Immediatamente dopo l’esplosione del Big Bang, tutto ciò che occupava lo spazio erano 12 tipi di particelle elementari che interagivano fra loro attraverso diverse forze, dalle più note – come la gravità e l’elettromagnetismo – alle meno note – come le interazioni subatomiche. Il sistema così formato, dunque, avrebbe dato inizio allo sviluppo dell’Universo e della vita come la conosciamo oggi. Questa teoria prese il nome di Modello standard delle interazioni fondamentali e sembrava un valido modo per spiegare la nascita del mondo. Tuttavia, poco dopo la prima elaborazione del modello (attorno alla metà del Novecento), gli scienziati cominciarono a rendersi conto che questo presentava delle contraddizioni interne, e degli eventi che non erano spiegabili attraverso di esso.
Cominciò quindi la ricerca di un modello che fosse in grado di superare i limiti di quello appena elaborato e, di lì a poco, alcuni giovani studiosi proposero la teoria elettrodebole. Questa si basava sulla presenza di un vuoto elettrodebole pochissimi istanti dopo lo scoppio del Big Bang: in sostanza la nuova teoria prevedeva la presenza, subito dopo l’esplosione, di una particella che si sarebbe raffreddata e, congelandosi, avrebbe occupato lo spazio con il suo “campo”, dando massa alle particelle primordiali prive di massa, le quali si sarebbero poi differenziate per portare avanti lo sviluppo dell’Universo e della vita. Tale particella venne chiamata Bosone di Higgs, e la sua ricerca divenne la ricerca della conferma alla teoria elettrodebole.
Come sappiamo, il Bosone è stato scoperto pochi anni fa nei laboratori del CERN ma, come sottolinea Tonelli, la ricerca scientifica non ha smesso di avanzare nemmeno dopo la conferma di una teoria così importante, perché (come tutte le teorie scientifiche) è lungi dall’essere definitiva. Ed è proprio questo il messaggio più bello che il professore ha trasmesso attraverso la conferenza, al di là del nozionismo e della divulgazione scientifica: «L’aspetto migliore della ricerca scientifica è proprio che siamo sicuri che ogni teoria, per quanto possa sembrare perfetta, prima o poi crollerà; perché la scienza è in continuo rinnovamento e chissà chi, anche fra voi qui, potrebbe dare un contributo fondamentale».
Sono nata il 7 settembre 1997 in provincia di Pordenone e frequento il primo anno di Infermieristica presso l’Università di Trieste. Fastidiosamente pignola e con la testa perennemente fra le nuvole, amo avere sempre un sacco di cose da fare. L’oppure rappresenta per me la possibilità di coltivare attivamente la passione per il giornalismo, condividendo la bellezza dei territori che amo.