Il colle del castello, a cui gli udinesi sono molto affezionati e che è diventata quasi una tappa fissa per una tradizionale camminata in centro storico, non ospita solo il celebre castello di Udine (di cui e delle cui curiosità abbiamo già parlato qui), ma anche una villa che è diventata famosa negli ultimi anni per gli eventi e le feste organizzate e per le continue degustazioni di prodotti tipici friulani: la Casa della Contadinanza.

Questa casa sorgeva inizialmente nel XVI secolo fra Via Vittorio Veneto e Via Rauscedo, sull’area oggi occupata dal palazzo della Posta Centrale. Venne demolita per lasciar spazio proprio a questa costruzione, e ricostruita sul colle del castello nel 1931. Prima di essere adibito a locale per degustazioni ospitava l’armeria del castello e prima ancora era la sede ufficiale di uno degli ordini più curiosi della cosiddetta “Patria del Friuli”, ovvero la Contadinanza.

La Contadinanza era un sindacato di rappresentanza dei contadini friulani, che non avevano potuto aver voce in Parlamento, organo costituzionale del principato ecclesiastico-feudale di Aquileia. Nacque sotto la protezione della Repubblica di Venezia in stretta opposizione al Parlamento, al fine di diventare una specie di “antidoto antifeudale”.

I Veneziani, infatti, vollero risollevare le gravi condizioni in cui si trovavano i contadini friulani, trovando un modo per tutelare i loro interessi e verificare le decisioni prese e i conti eseguiti dal Parlamento; ci riuscirono mediante la creazione di questa istituzione. Nacque nel 1518, e da quell’anno i contadini potevano venire rappresentati al fine di far valere i propri diritti e migliorare le loro condizioni.

La plebe rurale, quindi, ebbe i suoi rappresentanti, che vissero per molti anni nella Casa della Contadinanza. Prima furono anziani e saggi provenienti dalle ville rustiche, poi otto sindaci, quattro provenienti dalla parte destra e quattro dalla parte sinistra rispetto al Tagliamento.

L’istituzione riuscì in qualche modo a migliorare la vita dei contadini, che sembravano acquisire maggior importanza nella “Patria del Friuli”, o almeno a non peggiorarne le condizioni, ma in ogni caso la plebe rurale rimase una classe sociale molto povera e, soprattutto, poco considerata. I contadini erano infatti definiti come uomini da poco, che lavorano mal volentieri, consumando troppo tempo nelle osterie e litigando troppe volte sia con i padroni dei campi sia fra loro stessi. Addirittura si riporta che i contadini facessero lavorare donne e bambini al posto loro.

La fama dei friulani, tuttavia, non è proprio questa. Molto probabilmente l’idealtipo abitante del Friuli di onesto e assiduo lavoratore non si era ancora diffusa assiduamente. Oggi, infatti, il lavoro di chi è all’interno del mondo agricolo friulano è apprezzato e ammirato, e senza di esso la nostra regione non potrebbe godere dell’immenso patrimonio naturale delle sue terre e di tutti i prodotti tipici di cui si rende grande protagonista.

In ogni caso quella della Casa della Contadinanza e dell’istituzione che ospitava è un’altra storia curiosa che la nostra città cela all’interno del suo patrimonio socio-culturale.
Oggi è assolutamente uno dei locali più piacevoli dove bere un bicchiere di vino, dove trascorrere una serata o dove organizzare una festa o un evento importante all’interno della città di Udine.

 

Foto: Società Gastronomica Friulana

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