La tenacia e la forza di volontà sono virtù che da sempre i friulani sanno mettere in gioco per rialzarsi dalle situazioni più complicate. Rimboccarsi le maniche e continuare a lavorare sodo diventa così l’unico modo per dimostrare quanto l’amore e la passione per quello che si vuole valorizzare sia più forte di ogni ostacolo.

Il nostro racconto della storica Distilleria Domenis comincia proprio da qui.
Caduta nel baratro pochi mesi fa, dopo l’istanza di fallimento presentata al Tribunale di Udine, la famiglia cividalese ha saputo reagire con forza all’incubo di cui stava diventando protagonista. Dinnanzi all’obbligo di pagare all’Agenzia delle dogane oltre 10 milioni di euro l’azienda si è vista costretta ad alzare bandiera bianca. Produzione ferma per un mese e mezzo e dipendenti rimasti senza lavoro sono stati i risultati immediati della chiusura momentanea dello stabilimento.

Novanta giorni vissuti con apprensione ed amarezza, sia dalla famiglia Domenis, che da ormai cinque generazioni tiene in mano la distilleria, sia dai tredici addetti ai lavori, che hanno però saputo attendere con pazienza il risvolto positivo che tutti aspettavano. Ma anche dall’opinione pubblica: molte infatti le attestazioni di fiducia e le lettere di incoraggiamento giunte sulla scrivania di Domenis da imprenditori,  istituzioni, ristoratori ed esperti del settore, ad indicare quanto il marchio sia ormai pesantemente inserito nel tessuto sociale di ogni friulano.

E non poteva essere altrimenti.  Sono passati 115 anni da quando Piero Domenis fondò la distilleria a Cividale del Friuli. Da allora è stata continua la ricerca di perfezionamento nell’arte distillatoria, sempre mirando all’eccellenza. L’acquisizione di un know how e di una sapienza secolare, trasmesse di generazione in generazione a figli e nipoti, ha permesso infatti di affinare quella maestria che ha reso la distilleria famosa ben oltre i confini regionali.

Innanzitutto Domenis significa Storica, un vero e proprio marchio a sè, una linea di grappe inconfondibili, uniche per le sue caratteristiche di profumo e inconfondibile per la morbidezza in bocca e al naso. Fra queste, la più famosa e apprezzata è senz’altro la Storica Nera. Come se pensando al bitter scegliamo subito il Campari, o se cercando un fernet troviamo  per forza il Branca, così la Storica è stata per molto tempo la grappa per eccellenza, che non avrebbe mai potuto mancare al banco di ogni ristoratore.
La Storica non è però l’unico prodotto che gli alambicchi in rame di Domenis hanno saputo distillare. Acqueviti di frutta, grappe biologiche, un amaro e addirittura un liquore all’anice sono infatti altri prodotti che distinguono l’azienda cividalese da molte altre nel territorio.

Eppure c’è stato un momento, nella storia della Domenis, in cui i suoi distillati e la sua Storica sembravano poter scomparire. Ma così non è stato. La famiglia è infatti riuscita a prendere in mano la situazione, grazie alla determinazione e alla sua forza d’animo, agli esperti curatori fallimentari,  all’amore dei dipendenti per la loro azienda e alla stima di cui poteva godere da parte di ogni singolo friulano.

I cancelli della distilleria sono stati così riaperti e la produzione è finalmente potuta ripartire. I proprietari dovranno comunque far fronte alle problematiche in cui sono occorsi, ma alcuni imprenditori si sono già presentati offrendosi di raccogliere il testimone del marchio, mettendo messo sul piatto 1,8 milioni di euro.

La sola richiesta, da parte della famiglia Domenis, è che sia lo stabilimento che il marchio rimangano in Friuli, precisamente a Cividale, per far sì che possa continuare l’infinita storia d’amore che lega i suoi distillati alle terre in cui è divenuta celebre.

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