“Il porto sepolto” è una raccolta di poesie di Giuseppe Ungaretti, il quale, oltre ad essere un poeta, si arruolò come volontario durante la Prima Guerra Mondiale. Quando fu mandato a combattere sul Carso, Ungaretti prese l’abitudine di scrivere poesie su fogli laceri, cartoline in franchigia, ritagli di giornale: tutto il suo lavoro poi fu raccolto dall’amico Ettore Serra e stampato, in ottanta copie, presso una tipografia di Udine nel 1916.
Il territorio di San Martino del Carso (Comune di Sagrado), teatro delle battaglie del periodo, è stato uno dei luoghi dove ha combattuto il poeta stesso, e proprio a Sagrado è situato il parco de “Il Porto Sepolto”, il primo in Italia dedicato a Giuseppe Ungaretti. Questo luogo si trova nella località di Castelnuovo, in una villa ora circondata da vigneti, che è stata anche sede del comando militare italiano, come dimostrano i graffiti di soldati portati alla luce.
Il parco è nato dall’idea di Gianfranco Trombetta, mentre la progettazione architettonica è stata curata dall’architetto Paolo Bornello; l’intento è quello di accompagnare il visitatore alla scoperta della relazione tra paesaggio carsico, Grande Guerra e Giuseppe Ungaretti. Un percorso che attraversa il giardino della villa, gli ulivi, fino alle rovine del presidio militare ricordato dal poeta. In quest’area sono individuabili tre zone differenti: la “Torre”, il “Recinto Sacro” e il “Sacrario”. La prima è una struttura portante alta dieci metri, con tronchi di legno grezzo che sorreggono una costruzione cubica, sulla quale si può salire e dove sui vetri si possono leggere alcune poesie di Ungaretti. Il secondo è costituito da una piccola altura dove sono posizionati dieci blocchi di pietra carsica, nel mezzo delle quali si trova un blocco in acciaio con incisa una poesia del poeta, mentre il terzo consiste in un labirinto di pali in legno grezzo alti più di sei metri, con al centro una lastra di ottone dove è stato inciso il ritratto di Ungaretti e due sue poesie.
Il parco è davvero unico nel suo genere, e a renderlo tale sono proprio elementi riguardanti il mondo della storia, della natura e della poesia concentrati in un unico luogo. Un posto che riporta un forte contrasto: gli orrori della guerra da una parte e la bellezza dei paesaggi dall’altra. La passeggiata permette quindi al visitatore di riflettere sulle poesie e su sé stesso. Come disse Ungaretti:” Il porto sepolto è ciò che di segreto rimane in noi, indecifrabile”.
Sono nata il 29 luglio del 1994 a Darjeeling (India) e italiana di adozione. Sono laureata in Relazioni Pubbliche all’Università di Udine e sono la responsabile della sezione di Gorizia. Io e questa città ci siamo viste crescere a vicenda. Continuo a crederci in questo luogo, perciò vorrei valorizzarlo, esaltando le sue potenzialità, ricchezze e tutto quello che può offrire.