Uno degli stereotipi più comuni in Friuli è quello che descrive il popolo della Carnia come gente semplice, spesso grezza e chiusa in se stessa, protetta dai pendii delle montagne dedite alla pastorizia che la circondano.
L’anima rustica dei pastori e degli abitanti carnici è perfettamente incarnata nei prodotti tipici delle loro valli. Una vasta gamma di alimenti è così sottoposta alla pratica dell’affumicatura, come nel caso dei pindulis, sottili strisce di carne secca tipicamente friulana, o del più famoso Speck di Sauris. Le numerose malghe in attività fra quelle montagne fanno invece della produzione casearia il loro fiore all’occhiello, dove il burro, le ricotte e i formaggi più saporiti profumano di pascolo e fieno. La selvaggina, infine, si aggiunge al complesso quadro alimentare che la Carnia ha da offrire ai suoi abitanti, con i suoi gusti spiccatamente selvatici, resi più mansueti dalle lunghe e attente cotture nelle capienti casseruole poste sul fuoco.
I sapori grezzi e decisi delle valli carniche rappresentano quindi al meglio il carattere dei loro abitanti. Ma come fra quelle montagne ripide e appuntite si nascondono pendii più dolci, dove sorgono alcuni fra i borghi più incantevoli d’Italia, così fra i prodotti più rustici è possibile apprezzare la delicatezza dei Biscotti di Raveo.
Raveo è una piccolo borgo di collina ai piedi delle Prealpi Carniche, non molto lontano da Ovaro. Lì nel 1920 Emilio Bonanni realizzò la sua ricetta partendo da ingredienti di facile reperibilità, essenziali e genuini, proprio come le cucine di un tempo. Al burro fresco di malga e alle uova Emilio aggiungeva soltanto zucchero semolato e farina, senza nessun conservante. Eppure i biscotti di Raveo riescono a conservare a lungo la loro fragranza, proprio per la freschezza e la qualità delle materie prime impiegate. La bontà di questo biscotto presto si diffuse fra le montagne, e le imitazioni non si fecero attendere da parte di altri forni del Friuli montano, apportando qualche variante negli ingredienti.
La produzione si è nel tempo ampliata tanto da richiedere, negli anni settanta, la realizzazione di un laboratorio costruito dall’erede di Emilio, Aldo Bonanni, tutt’ora in attività. Oggi le Esse di Raveo sono considerate a pieno diritto un dolce tipico friulano, che riesce a soddisfare anche i palati più fini. L’abbinamento con il caffè ne esalta al massimo le caratteristiche, per un fine pasto da gourmet. In alternativa lo si può gustare con un amaro alle erbe poco alcolico, con un buon Verduzzo o con un Ramandolo di Nimis, per un vero tripudio della tradizione enogastronomica friulana.
Sono nato a Pordenone nel 1994. Attualmente studio Web Marketing e comunicazione digitale presso lo IUSVE di Mestre. Nel fine settimana lavoro in un ristorante tipicamente friulano, esperienza grazie alla quale mi sono avvicinato al mondo dell’enogastronomia locale e ai suoi valori. L’oppure e in particolare la rubrica per cui scrivo, Gusti della terra, rappresentano per me la possibilità di esprimermi: da sempre, infatti, amo scrivere e raccontare delle mie passioni e della mia terra.