La vinaccia, il residuo solido dell’uva pigiata conseguente alla produzione del vino, veniva un tempo considerata come un prodotto di scarto dai ricchi proprietari terrieri, un vero e proprio peso di cui liberarsi in fretta.

La saggezza contadina però, che aveva insegnato a non buttare via nulla e considerare ogni prodotto della terra come un dono, ebbe un ruolo fondamentale nell’avvio dei primordiali laboratori per l’utilizzo di questo sottoprodotto, considerato povero e inutile, che ben presto avrebbe portato all’invenzione di una nuova delizia per il palato e per lo spirito: la grappa.

Proprio da queste premesse parte la storia della Premiata Distilleria Pagura.

Senza alcuna reale conoscenza tecnica, il giovanissimo Domenico Campagna  avviò, nel 1879, il suo primo rudimentale alambicco. Un classico esempio di sperimentazione “clandestina”, che dovette avvenire all’insaputa dei ricchi proprietari terrieri del tempo.
Dopo alcuni anni incerti il piccolo laboratorio di distilleria cominciò a dare i suoi frutti, tanto che il Campagna potè aprire una piccola rivendita, chiamata dai contadini del luogo “La Sgaperie”, dove era usanza sostare per un decim, un bicchiere che misurava un decimo di litro, che avrebbe dato a ognuno la forza e il calore necessario per il duro lavoro nei campi.
Quest’abitudine fece la fortuna dei Campagna, che poco più tardi riuscirono ad ampliare la distilleria, avviando, grazie al giovane Lindo Pagura, figlio acquisito del Campagna, quella che divenne l’attuale Distilleria.
Molti sono stati i riconoscimenti e gli attestati di stima ricevuti negli anno dall’azienda, fra i quali spicca il titolo di “Premiata”, conferitole nel 1923, con l’allora prestigiosa medaglia d’oro conquistata all’Esposizione di Milano, tanto che da quel giorno il nome completo divenne “Premiata Distilleria Pagura”.

Oggi, dopo il nonno Lindo e Domenico, ci sono ancora Lindo, Gianna, Dora e Maria Luisa, con Lindo che si prende cura della distilleria. Il cuore di quest’ultima è formato da quattro caldaie doppie in rame, discontinue, che lavorano quattro quintali di vinacce alla volta, sotto pressione da settembre a novembre, nel rispetto dei tempi della vendemmia.

Castions di Zoppola è il paese d’origine della famiglia Pagura, un piccolo borgo nel cuore dell’industria pordenonese, posto esattamente sulla linea immaginaria che traccia il sentiero delle grave e dei magredi, ovvero le zone a più alta produzione vinicola del Friuli Venezia Giulia. Qui la vinaccia non manca, e viene oggi considerata un bene davvero prezioso nella distillazione di grappe raffinate e pregiate. Il sottosuolo dei magredi, inoltre, tra la pedemontana e la zona alluvionale della pianura, rappresenta un ottimo filtro per l’acqua che viene dalle montagne, certificata e controllata, che viene utilizzata per diluire il distillato apportando quella mineralità caratteristica delle grappe Pagura.

Le vinacce vengono scelte fra quelle delle grandi aziende vinicole delle Grave del Friuli, soprattutto per i monovitigni, oppure dalle cantine di amici e fidati fornitori che con la famiglia Pagura hanno nel tempo instaurato un rapporto di vicendevole collaborazione.

Secondo la famiglia distillatrice le soddisfazioni più grandi si ottengono nella produzione di grappe provenienti da uve aromatiche come Moscato e Traminer, senza però dimenticare l’importanza delle uve Cabernet e Refosco. Grande attenzione viene poi dedicata ad uve più rare, come Ucelut e Picolit Neri, che rappresentano un evidente eco della tradizione friulana.

Tradizione che si ritrova anche nella produzione di pregiati infusi, ovvero grappa a 45° nella quale vengono lasciate riposare noci, miele, erba luigia, salvia, ruta e mirtillo, vere prelibatezze per il palato.
Fra i distillati di casa Pagura, però, trovano spazio anche diversi liquori e un amaro, la cui ricetta segreta, a base di semi di erbe selvatiche e spontanee, viene gelosamente custodita fra le tradizioni di famiglia.

Nella vasta gamma di prodotti realizzati dalla premiata ditta Pagura si possono trovare anche delle opere d’arte molti interessanti. Si tratta di vere e proprie grappe d’artista, sculture in ceramica realizzate da artisti di fama internazionale all’interno delle quali vengono imbottigliate le grappe della casa. Un’iniziativa sorta oltre vent’anni fa, per cui ogni anno viene commissionata un’opera ad un diverso artista di caratura mondiale, che s’impegna nella realizzazione di sculture-bottiglia dall’alto valore artistico, a rimarcare l’importanza e il valore del prodotto che contengono.

Altra particolarità solo di Pagura è quella delle bottiglie personalizzate, ovvero bottiglie satinate sulle quali vengono scritte a mano il nome, la dedica, la ditta o qualunque altro messaggio richieda il committente. La produzione annuale, volutamente limitata, è di circa 500 ettolitri, con circa 100.000 bottiglie, dalla tradizionale alle piccole da monovitigno raro.

Quella della Premiata Distilleria Pagura è una storia d’amore senza fine, per la grappa e per il territorio in cui lavora, a cui sicuramente deve molto, ma che molto ha ricevuto da questa famiglia. La Distilleria Pagura è l’unica rimasta oggi nella Provincia di Pordenone, e una delle poche in Friuli ad aver mantenuto nel tempo uno stile di lavoro unico ed efficace, dedito sì ai dettami della tradizione, ma che sa trarre dall’attualità nuovi stimoli per continuare a soddisfare ognuno di noi, nel palato come nello spirito.

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