Eccoci ritrovati a questo nuovo appuntamento del ciclo di articoli sui distillati in Friuli-Venezia-Giulia. Quest’oggi voglio raccontarvi della distilleria Ceschia, un autentico pezzo di storia che trova posto a Nimis, piccolo paese nella verdeggiante conca di Ramandolo.

Quest’azienda è la più antica distilleria presente in Friuli, venne fondata da Giacomo Ceschia nel lontano 1886 quando ancora il nostro territorio faceva parte dell’impero Austro-Ungarico. Questo pioniere della grappa era solito recarsi personalmente presso i viticoltori dell’epoca, trainando col suo carretto un alambicco da viaggio con cui produceva la grappa con le vinacce che gli venivano fornite.

Una particolarità nella produzione di Ceschia in quegli anni era senza dubbio alcuno quella di richiedere ai viticoltori di fermentare le vinacce in tini di legno, ricoperti da tre strati di foglie, terra e cenere, un mix che doveva tenere sigillati i tini sino al momento della distillazione che arriva puntualmente tre settimane dopo l’inizio della fermentazione. A questo punto ogni viticoltore aspettava paziente che l’ambulante Ceschia passasse e distillasse il contenuto dei suoi tini.

Ciò che rende caratteristica e legata in maniera viscerale al territorio la produzione di grappa in quest’azienda è il tipo di vinaccia usata per la produzione dei distillati, ovvero quella di Verduzzo coltivato in Ramandolo, una conca mistica che incrocia storie di Longobardi e Celti, tradizioni radicate nei secoli in un verde lussureggiante, dove la vite si è sempre contraddistinta come elemento dominante. Ciò che il territorio rappresenta lo ritroviamo con forza nei prodotti finiti di Ceschia. Le uve come detto sono di Verduzzo, una varietà da cui si ricava un vino amabile o dolce e dalle vinacce una deliziosa grappa. Queste uve sono alquanto nobili, infatti il vino ottenuto venne servito durante il Concilio del 1409 a papa Gregorio XII, oltre che nei tempi recenti, essere state le prime uve D.O.C.G in Friuli-Venezia-Giulia.

La preparazione di questo distillato è condotta in maniera scientifica e con una precisione che solo chi conosce e controlla appieno un’arte è in grado di fare. Il distillato viene prodotto utilizzando il metodo di distillazione artigianale, ovvero quello discontinuo; appena le vinacce raggiungono il corretto grado di fermentazione vengono distillate un poco alla volta (da qui il termine distillazione discontinua) in caldaiette a vapore. Dalla caldaietta di rame sale il vapore contente l’alcool e le essenze e viene raccolto nel cosiddetto “elmo” o “capitello”, quindi portato allo stato liquido grazie ad una serpentina che sfrutta il meccanismo di condensazione. La difficoltà di questo processo sta nell’estrema attenzione da porre durante il frazionamento delle teste e delle code del distillato, parti ricche di metanolo, (un alcool tossico) e cattivi aromi. Una leggenda narra che il controllo finale veniva svolto mediante la prova del “Dìmenìo”; una semplice agitata ad un bicchiere di distillato in cui, se la qualità era elevata, dovevano formarsi delle bollicine persistenti almeno il tempo di recitare un Paternostro. Alla fine di tutto la grappa va a riposare per almeno tre anni, dove da “viva” e spigolosa diventa calda ed avvolgente e sviluppa quei sentori che la caratterizzano. Oggi si ritrovano diversi prodotti all’interno dell’azienda, dalla classica “Ceschia Ramandolo Classica” alle più fruttate ed amabili acqueviti d’uva fragolino e di ciliegie. Fiore all’occhiello dell’azienda è la “Ceschia Ramandolo Etichetta Nera” una potente grappa da meditazione con una gradazione di 60°.

Ora la distilleria Ceschia è di proprietà della Molinari Italia, acquistata precisamente tre anni e mezzo fa, ma nonostante faccia parte di un grande gruppo ciò che continua a contraddistinguerla in questo pregiato mercato è la sua enorme tradizione di quasi un secolo e mezzo, fatta di legami con il territorio e di sapienza e attenzione nel produrre. Un uomo, Giacomo Ceschia, con il suo carretto e l’alambicco, tramite il quale tanta gioia e soddisfazione sapeva regalare ai viticoltori e a chiunque volesse deliziarsi con uno dei distillati più buoni che ci siano, la grappa di Ramandolo.

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