La tradizione enogastronomica friulana è sicuramente ricca di piatti tipici e di vini di qualità eccelsa, ma si fa conoscere anche per la produzione di liquori, grappe e distillati. Uno fra i più famosi, conosciuto da tutti i friulani e non solo, è un prodotto proveniente proprio dalla città di Udine, capoluogo del Friûl: l’Amaro d’Udine.

Un anonimo cronista friulano del ‘300 scriveva:

Era messer Jacopo de Molendinis uno cavalier cortesissimo et di molta virtute adorno, lo quale gelosissimamente serbava in sua magione, sita in Udine nello borgo de Gratiano, gran varietade di eccellentissimi vini. 
In quella sua casa, li amici, che molti havea et honorevoli, convitare soleva, alli quali que’ suoi vini offeriva, poscia che elli abbondantemente mangiato haveano, et sollazzevoli cose fatte, et altrettali dette. 
Or avvenne che, ricorrendo la festivitade dello Sanctissimo Giorgio, detto messere apprestar facesse una grande mensa, durante la quale, per lo soverchio bere, molti delli convitati addormivano; et altri, forte li denti dirrugginando, ad altercare incominciavano; laonde uno fraticello, che con quelli usava, trasse una fiasca ei a ciascheduno alquAnti sorsi dello succo in essa fiasca contenuto somministrava. In breve, e lo grave sonno et lo furore, quasi per incantamento, dileguavano; e tutti que’ gentili huomini a bere, et mangiare, et conversare lietamente ricominciarono…

Il “succo” a cui fa riferimento il cronista è proprio l’Amaro d’Udine.
Questo liquore è sicuramente un prodotto tipico friulano, di cui tutti vanno molto fieri. La sua particolarità è che proviene proprio dalla città di Udine e la stessa città costituisce le radici della sua tradizione, che comincia nel lontano 1846.

Originariamente questo amaro veniva prodotto da Domenico De Candido, che ha creato la formula segreta tramandata negli anni nella sua farmacia in via Grazzano. Quest’ultima arrivò alla famiglia Colutta, titolare dell’odierna omonima farmacia in via Mazzini, e in particolare al padre del Dottor Gianpaolo Colutta (attuale titolare della farmacia), Antonio, che acquisì quindi l’amaro d’Udine, si dedicò a svilupparlo e a produrlo continuativamente.

Il liquore, che possiede un’anima e una storia legata fortemente alla tradizione friulana, ha ricevuto molte attestazioni di “efficacia” come digestivo da numerosi e illustri medici e docenti ed è comunque richiesto in tutta Italia. Il Dottor Colutta, su questo fatto, racconta anche un aneddoto particolare: «Ce lo chiedono ancora da tutta Italia. Talvolta, non conoscendo l’indirizzo della farmacia, scrivono: Spettabile Amaro d’Udine… E le lettere finiscono in Carnia!» (Il Dottore fa riferimento alla località carnica di Amaro, appunto).
Celebre fu, inoltre, l’iniziativa di Antonio Colutta per pubblicizzare il suo amaro nel 1912. Egli fu infatti l’organizzatore di uno storico lancio di una mongolfiera in Piazza Libertà con la scritta “AMARO D’UDINE”, che creò molto entusiasmo. L’evento fu rappresentato in una particolare riproduzione litografica.

L’Amaro d’Udine è un liquore a base di estratti di erbe, radici, frutta e caramello e ha una gradazione alcolica piuttosto bassa per un digestivo (15% vol). Le erbe e le spezie vengono selezionate accuratamente in modo diretto presso diverse aziende agricole e portate poi a infusione per diverse settimane in modo tale da permettere la totale estrazione dei principi aromatici e salutari. Servito liscio a temperatura ambiente o con un paio di cubetti di ghiaccio in bicchieri piccoli da amaro o calici a tulipano, la cosa che si nota subito è un profumo speziato, accompagnato poi da un retrogusto tipico molto legato alle erbe di cui è composto. Ottimo anche all’interno di cocktail, mischiato con soda, seltz o acqua tonica e/o delle basi agrumate (arancia o pompelmo si sposano molto bene con il gusto di questo liquore) e decorato con una fettina di limone o arancia.

Una novità degli ultimi anni è stata la creazione, nel 2010, dell’Amaro d’Udine “Red“, una versione più amabile rispetto a quella tradizionale, realizzata da un’idea di Elisabetta Colutta che voleva ideare una amaro più “semplice” da bere, che potesse piacere più facilmente anche ai giovani. La versione “Red”, infatti, ha lo stesso colore bruno della versione classica, ma è più caldo, più dolce e leggermente più alcolico (23% vol).

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