In questo caso volare non serve. “Basta” inerpicarsi fino agli oltre duemilacinquecento metri della vetta del Monte Cridola e poi volgere lo sguardo verso il basso per ammirare la meta del “volo” di questa settimana in tutto il suo fascino: Forni di Sopra, vera e propria perla incastonata in una conca delle Dolomiti Friulane.

Situata al confine settentrionale tra Friuli e Veneto, Forni di Sopra fa parte del Parco Naturale delle Dolomiti Friulane, uno dei più vasti dell’arco alpino e dei più ricchi di animali selvatici, oltre ad essere annoverata nel club dei borghi più belli d’Italia e nel consorzio delle Perle delle Alpi.

La sua storia, che si sviluppa in parallelo alla gemella Forni di Sotto, inizia già in età romana, come testimoniano i ritrovamenti di alcuni reperti risalenti al IV-V secolo d.C. nella frazione di Andrazza e nelle rovine del castrum Cuol di Ciastiel in località Clevas. Alcune tombe rinvenute nel corso dei secoli e datate VII-VIII secolo d.C. suggeriscono inoltre la presenza di insediamenti longobardi nella zona. Nel 997 i due paesi passarono sotto il dominio del Patriarca di Aquileia, salvo poi essere ceduti come feudo ai Savorgnan, sotto i quali rimasero uniti fino al 1445 con il nome di Forni Savorgnani. Da allora, pur rimanendo possesso savorgnanese, i due attuali comuni progredirono autonomamente: ciò spiega come Forni di Sopra (anche a causa della sua posizione) sia legato maggiormente al Veneto, mentre a Forni di Sotto prevalgano le tradizioni friulane. In seguito alla fine della dominazione austriaca, nel 1866 i due centri furono uniti allo Stato Italiano nel 1866, salvo poi essere divisi a livello amministrativo.

Data la sua posizione, specialmente dalla seconda metà del secolo Forni di Sopra è diventata una mete turistiche più frequentate della regione:lungo tutto l’arco dell’anno è infatti possibile cimentarsi in una vasta gamma di attività sportive all’aria aperta e sempre a stretto contatto con la natura. Se d’inverno le piste del Varmost (pista più alta del Friuli-venezia Giulia, a più di duemila metri di quota) e del comprensorio Davost costituiscono uno dei cinque poli regionali targati Promotour, d’estate è tempo esplorare le montagne circostanti a piedi o lungo i percorsi dedicati alla mountain-bike, oppure dedicarsi all’alpinismo o all’arrampicata. Il periodo estivo in particolare, al momento della fioritura, regala al visitatore uno spettacolo assolutamente mozzafiato.

La bellezza di Forni non si limita però ai soli paesaggi alpini: girando per le tre frazioni che formano il comune si possono notare le tipiche abitazioni caratterizzate dalla parte inferiore in pietra e dal piano superiore in legno, una tempo spesso adibito a fienile, con la presenza di scale e ballatoi esterni. Degna di nota è la piazza del Comune, interamente contornata da edifici storici e con una pregevole fontana in pietra. Nell’abitato di Cella invece si trovano la Parrocchiale di Santa Maria Assunta e la quattrocentesca chiesa di San Floriano, classificata come monumento nazionale, completamente affrescata e con uno splendido polittico del 1480 realizzato da Andrea Bellunello. Infine, poco oltre la borgata di Andrazza sorgono i resti del duecentesco castello di Sacuidic, attualmente oggetto di studi e restauri. Ce n’è per tutti i gusti, insomma.

Se abbiamo stuzzicato la vostra curiosità, per ulteriori informazioni vi invitiamo a visitare il sito ufficiale di questa amena località. Buon divertimento!

Photo by: www.borgoforni.it

 

 

 

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