Venzone è Borgo dei borghi 2017. La sua storia e le sue caratteristiche singolari lo hanno reso una località unica, preziosa e affascinante, tanto da essersi guadagnato questo importante riconoscimento: voliamo, quindi, alla scoperta di questa cittadina murata dal fascino antico.
La fortuna di Venzone è la sua posizione strategica che fin dai tempi dei Celti l’ha resa un passaggio obbligatorio per i traffici mercantili. I Romani usufruirono di questo vantaggio ponendo qua un loro statio; Venzone, infatti, si trovava lungo il percorso della via Julia Augusta che da Aquileia portava al territorio austriaco. L’importante ruolo commerciale continuò con il 1077, quando entrò a far parte del Patriarcato, ponendosi a capo dei controlli degli scambi commerciali. Nella seconda parte del XV secolo, dopo che la cittadina passò sotto il dominio della Repubblica di Venezia, Venzone subì una decadenza economica causata dall’apertura di nuove vie commerciali, come quelle intraprese in seguito alla scoperta dell’America. In seguito, nel 1797 venne occupata da Napoleone e dalle sue truppe, ma poco dopo, il Trattato di Campoformido sancì il passaggio alla dominazione austriaca.
Nel 1965, quando viene dichiarata “monumento nazionale di grande interesse storico ed artistico”, risultando l’unico borgo fortificato trecentesco della Regione. Le mura sono particolarmente singolari: risalgono al XIII secolo e sono costituite da una doppia cerchia e dal tipico fossato.
Una data, però, risuona viva nei ricordi della popolazione friulana: il 6 maggio del 1976, quando la scossa di terremoto rase al suolo in modo particolarmente violento molti paesi della zona collinare e montuosa del Friuli, tra cui anche il borgo di Venzone a pochi chilometri dall’epicentro. In quel frangente, per la difesa del patrimonio culturale si aprì un vero e proprio fronte di guerra, in cui numerosi volontari accorrevano e aprivano una riflessione che andò ben oltre allo sgombero delle macerie. La maggioranza della comunità non volle solo una ricostruzione “dov’era, com’era”, ma si discusse sulla possibilità di mantenere i segni di ciò che è stato, mantenere integra l’identità del paese e dei suoi abitanti anche dopo la catastrofe. Si sviluppò una febbrile opera di documentazione del patrimonio architettonico, di puntellazione, di cernita e catalogazione delle macerie, coinvolgendo professionisti e tecnologie elevate. Senza inutili slogan, gli interessi della comunità vennero fatti propri dal progetto di restauro, che rimane ad oggi uno degli esempi più mirabili di ricostruzione post sisma. Il trecentesco Duomo di Venzone diventa simbolo della restaurazione e della rinascita: furono recuperate circa 9.000 pietre del paramento murario, furono catalogate e, grazie ad una accurata osservazione della funzione costruttiva, delle caratteristiche litologiche, di lavorazione, di usura, delle tracce di intonaco, e delle lesioni particolari venne identificata ogni pietra e la sua posizione e si aprì quindi la possibilità di ricostruzione per anastilosi. Non solo venne ricostruito il Duomo, e quindi l’identità del paese, ma è oggi possibile cogliere lo spostamento e la deformazione causate dal terremoto guardando la facciata stessa dell’edificio: i muri ricostruiti, grazie alle tecnologie di rilievo disponibili, sono stati ricollocati nella posizione definita dalle coordinate precedenti al sisma, creando uno scarto con la muratura che ha resistivo ma che si è spostata a causa delle scosse. Fu un intervento senza precedenti.
Questa città è l’esempio di come la volontà, la cooperazione e la professionalità delle persone permettano insieme la realizzazione di grandi progetti. Venzone è uno dei più singolari esempi di restauro, operato su strutture tra le più differenti: dalle mura medievali all’antico sentiero celtico, dalle chiesette quattrocentesche ai palazzi gotico-veneziani. Oggi ai fatti del ’76 è dedicato un museo permanente presso Palazzo Orgnani-Martina, mentre presso la Cappella cimiteriale di San Michele possiamo ammirare le famose mummie.
Venzone offre diverse possibilità anche dal punto di vista naturalistico: dal piccolo borgo partono diversi percorsi escursionistici adatti anche a mountain-bike ed appassionati di fossili intervallati da malghe e bivacchi.
Per gli amanti del buon cibo e delle tradizioni, uno degli eventi da non perdere a Venzone è sicuramente la festa della zucca, che si svolge a fine ottobre. Un’occasione per poter rivivere l’atmosfera del Medioevo: cavalieri, dame, musicisti, giocolieri e numerosi altri personaggi animano il paesino, offrendo al pubblico un’esperienza diversa dal solito.
Oltre al recente premio, Venzone vanta anche la nomina a “Villaggio ideale d’Italia 1991” da parte della Comunità Europea per l’ottima qualità della vita; questa pluripremiata località dista soli 35 chilometri da Udine ed è raggiungibile facilmente sia in auto che con i mezzi pubblici anche su rotaia.
Il premio di “Borgo dei borghi” è stato un riconoscimento anche per tutte quelle persone che unite hanno creduto nel lavoro di ricostruzione, si sono “rimboccate le maniche” e si danno tutt’ora da fare per la comunità di Venzone. Ricostruire un paesino dall’identità forte, credere nella sua valorizzazione e confidare nella sua anima rende questo posto unico nel suo genere.
Articolo elaborato con il contributo di Giulia Sacilotto.
Sono nata il 29 luglio del 1994 a Darjeeling (India) e italiana di adozione. Sono laureata in Relazioni Pubbliche all’Università di Udine e sono la responsabile della sezione di Gorizia. Io e questa città ci siamo viste crescere a vicenda. Continuo a crederci in questo luogo, perciò vorrei valorizzarlo, esaltando le sue potenzialità, ricchezze e tutto quello che può offrire.