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Louis Welden Hawkins (1849-1910) Séverine 1895 circa Olio su tela Cm 77 x 55 -Grand Palais (Musée d’Orsay) / Hervé Lewandowski

 

Caroline Rémy de Guebhard (Parigi, 27 aprile 1855 – Pierrefonds, 24 aprile 1929), conosciuta come Séverine, lo pseudonimo con cui firmava i suoi articoli, fu la prima direttrice donna di un giornale indipendente d’ispirazione socialista,  Le Cri du peuple, fondato dal comunardo internazionalista Jules Vallès nel 1879; prese inoltre parte al movimento suffragista francese e contribuì alla fondazione della Lega francese dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino; infine si affermò come autrice di numerose opere, quali Pages Rouges (Parigi, 1893), Pages Mystiques (Parigi, 1895), En Marche (Parigi, 1896).

Il pittore simbolista Louis Welden Hawkinks (1849 Germania- 1910 Francia) ci offre un ritratto non tradizionale, in cui la figura della giornalista è calata nella sua dimensione professionale: essa viene immortalata non in una situazione domestica, bensì dietro al suo tavolo di lavoro, intenta a meditare, attorniata da carte, libri e appunti.

Il dipinto fu esposto per la prima volta nel 1895 in occasione dell’esposizioni di Rose+Croix, in seguto per volontà della modella fu consegnato ai musei nazionali e attualmente è ospitato nel Museo d’Orsay di Parigi.

Colpiscono in primo luogo l’aria di sfida della donna ritratta, data in particolare dalle mani incrociate e le spalle erette, e ancor più lo sguardo assorto, proiettato verso uno spazio indefinito, il quale conferisce al volto un’eleganza senza tempo.

La postura di Séverine sembra infatti rievocarci la fermezza e la concretezza che caratterizzarono il suo impegno civile e politico, i suoi occhi al contrario ci conducono invece verso il suo spirito idealista, attraversato dalle teorie filosofico-politiche del socialismo e dell’anarchismo, a cui aderì nel corso della sua carriera e che costituirono oggetto di studio e riflessione intellettuale.

Alcuni elementi simbolisti, tra cui l’impiego dell’oro per lo sfondo e la cornice, intervengono inoltre a rivelarci  la complessità di una mente tanto straordinaria e la natura degli ideali che hanno guidato la sua attività giornalistica: i lati della cornice dorata sono intagliati con rappresentazioni dell’alloro e del grano, simboli rispettivamente della saggezza e della rinascita, a cui si accompagnano le parole Pax e Panis, in riferimento alle campagne pacifiste e di condanna all’imperialismo di cui Sèverine fu protagonista e al suo costante impegno nella denuncia di tutte le ingiustizie sociali.

Gli oggetti posti sulla scrivania a cui Séverine si appoggia  invece testimoniano la prolifera produzione giornalistica e un intenso esercizio di studio, da lei perseguito fino agli ultimi anni di vita, come la penna d’oca e il calamaio, i quaderni di appunti, una quantità innumerevole di scritti e lettere, nonchè in primo piano la presenza di due saggi.

In ultima analisi, Louis Welden Hawkins non ci consegna semplicemente l’immagine esteriore di una delle più grandi intellettuali della seconda metà del XIX secolo, ma attraverso la pittura simbolista imprime sulla tela il carattere dirompente di questa donna, portando lo spettatore ad attuare un’operazione sia di contestualizzazione storica che di attualizzazione del personaggio.

Se infatti da una parte gli indizi storici, come i documenti ufficiali sulla scrivania, l’abbigliamento e la capigliatura della donna, consentono un’esatta collocazione spazio temporale del ritratto, in cui dunque non si vuole in alcun modo idealizzare il soggetto; dall’altra si avverte la volontà da parte del pittore di universalizzare e estrapolare dal tempo e contesto storico il concetto di parola, di pratica di scrittura e di lettura, intesa come mezzo creativo di emancipazione e denuncia, in ultima istanza di libertà.

 

 

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