Cos’è la maggioranza invisibile? Quali caratteristiche identificano il popolo “degli sfigati” che vivono una situazione sempre più precaria ma mandano avanti ogni giorno questo Paese? Esiste qualcuno che ne porta avanti le istanze? A Pordenonelegge Emanuele Ferragina, sociologo e professore a Sciences Po a Parigi, cerca di dare una risposta a queste domande, intervistato dal giornalista dell’Espresso Alessandro Gilioli.
Ferragina due anni fa scrisse un libro dedicato a questa maggioranza invisibile di persone: i lavoratori precari, i disoccupati, i pensionati sotto i mille euro, le partite IVA, i NEET (giovani che non studiano né lavorano), i migranti. Si tratta di una “galassia sociale”, come la definisce lo stesso autore, molto variegata ma con delle caratteristiche comuni: un’insicurezza (quando non una totale assenza) del rapporto di lavoro e una ricchezza molto bassa. Chi non ne fa parte? La categoria dei privilegiati, quelli che potremmo banalmente definire i ricchi, e i garantiti, fra tutti impiegati statali (non precari) e pensionati con il sistema retributivo.
Quantificando queste categorie, Ferragina ha calcolato in 25 milioni il numero di italiani che fanno parte di questa maggioranza, invisibile perché dimenticata ma anche perché non organizzata in uno dei tradizionali blocchi sociali con cui eravamo abituati a leggere la nostra società.
Esiste dunque oggi una fascia rilevante della popolazione che sta molto bene ma che è anche poco produttiva, mentre il sistema economico si regge su un numero sempre maggiore di invisibili. Ad esempio, in un paese con l’età media molto altra come il nostro, chi si occupa della cura degli anziani svolge un ruolo essenziale con poche tutele e nessuna rappresentanza.
Ferragina ci tiene a sottolineare di essere un sociologo e non vuole sbilanciarsi troppo in considerazioni politiche. Tuttavia, come nota Alessandro Gilioli, la sua analisi è oggi utilizzatissima per spiegare fenomeni politici come l’ascesa di Donald Trump negli Stati Uniti, di Marine Le Pen in Francia, di Podemos in Spagna e la Brexit. Si tratta sempre di (una parte della) maggioranza invisibile contro l’establishment.
Non è un processo iniziato con la crisi del 2008, che invece lo ha solo accelerato: la precarizzazione del lavoro è una tendenza che va avanti da decenni. Ciononostante, questa maggioranza invisibile non riesce ad avere ancora una rappresentanza politica ma è un elettorato liquido che viene attratto spesso dalle posizioni radicali della destra o della sinistra.
La politica non è stata capace di capire questo fenomeno, lo ha considerato come passeggero quando invece si tratta di un declino purtroppo strutturale delle economie occidentali.
Serve quindi ripensare il sistema di welfare, garantendo una rete di protezione a chi vive l’insicurezza sociale. L’aumento della precarietà crea disuguaglianze intollerabili e l’unico rimedio per evitarle è un deciso rilancio del principio di solidarietà, spostando i beneficiari delle politiche pubbliche da chi ha già a chi non ha mai avuto.
Classe 1993. Studente di giurisprudenza, alla costante ricerca di capire qualcosa in più del mondo. Crede nella cultura, nell’innovazione e nella politica vera. È consigliere comunale del Comune di Cordignano (TV).