Il Monte Lussari è sicuramente molto conosciuto per il suo suggestivo e incantevole santuario, oltre che come meta per gli appassionati sciatori friulani, austriaci e sloveni.
Il santuario Madonna di Lussari, meta di numerosi pellegrinaggi anche da località lontane e cuore delle comunità friulana, slovena e carinziana, originariamente (nel XIV secolo) era costituito solo da una piccola chiesetta in legno, sostituita poi nel XVI secolo da una in muratura, con campanile annesso nel Seicento. Quest’ultimo crollò ad inizio Ottocento a seguito di un disastroso fulmine che lo colpì, venne ricostruito e poi di nuovo distrutto e ridotto a macerie dai bombardamenti della prima guerra mondiale. Quello che ammiriamo tuttora è stato edificato nel 1924.
All’interno del santuario troviamo una Via Crucis scolpita nel marmo e opere a fresco sull’arco trionfale a opera di un artista sloveno, oltre, naturalmente, alla statua della Madonna con in braccio il Bambino Gesù, motivo principale delle tante visite. Anch’essa viene spesso portata in pellegrinaggio durante particolari avvenimenti, soprattutto in Austria e Slovenia, attirando grande coinvolgimento da parte dei fedeli e dalle varie comunità.
Proprio questa statua è la protagonista di una leggenda molto particolare avvenuta sul Monte Sacro del Lussari.
Si narra che nell’estate del 1360 un giovane pastore di Camporosso aveva portato al pascolo il suo gregge di pecore fra le praterie del Lussari. Al tramonto, quando sentiva il rintocco della campana della sera, il pastore era solito inginocchiarsi per dedicarsi alle sue preghiere, essendo molto credente.
Quel giorno non cambiò le abitudini, ma quando terminò di pregare e si rialzò ebbe una brutta sorpresa: il suo gregge di pecore era scomparso.
Si dedicò ad un’affannosa ricerca, fra le praterie vicine e fino alla fonte del ruscello ai margini del bosco dove le sue pecore erano solite fermarsi per abbeverarsi. La ricerca, tuttavia, fu vana.
Quando aveva quasi perso le speranze, tuttavia, seguendo i belati del gregge in lontananza, trovò le sue pecore quasi sulla sommità del Monte Lussari, inginocchiato in mezzo a una distesa di pietre vicino a una statuetta di legno raffigurante la Madonna con in braccio il Bambino Gesù, posta su un profumato cespuglio di ginepro.
Sicuramente stupito dall’avvenimento, il pastorello portò la statuetta al parroco di Camporosso. Quest’ultimo, udita la curiosa storia del giovane, pose la statua in un armadio sicuro, al fine di proteggerla.
Il pastore, tuttavia, dopo che tornò a pascolare fra le praterie del Monte, rimase incredulo quando ritrovò la statua proprio nello stesso cespuglio in cui comparse la prima volta, sulla sommità del Lussari. La riportò in paese, ma l’episodio si ripetè per ben tre volte.
Il parroco capì che questo avvenimento aveva dell’incredibile e che era un segnale proveniente dall’alto. Decise quindi di chiedere consiglio al patriarca di Aquileia, massima autorità all’epoca. Dopo una consultazione tra i due si decise di erigere una chiesetta con altare proprio sul luogo dei ritrovamenti, al fine di celebrare questi significativi episodi.
La chiesetta divenne poi il famoso santuario che oggi conosciamo, meta caratteristica e molto suggestiva che attira molti visitatori. Dalla sommità del Monte, dove troviamo il santuario, si gode di un panorama favoloso attraverso cui si ammira le vette della Carinzia, della Carnia e della Slovenia. Diventato molto conosciuto negli anni, è diventato sicuramente uno dei simboli per il nostro Friuli.

Nato a San Daniele del Friuli il 25 ottobre 1993. Mi giudico determinato, testardo e preciso. Incuriosito e affascinato dal mondo del design, ho studiato comunicazione e UX e per lavoro mi occupo di marketing e content creation. Malato di pallacanestro, amante del buon cibo e del buon vino. L’oppure mi permette di valorizzare il territorio del mio Friuli, l’unico posto che rimarrà sempre casa mia, riscoprendone le tradizioni con un occhio proiettato al futuro.