Il Friulano è pragmatico, caustico, accorto. E’ fatto per lavorare più del necessario, reggere freddi – e bevute – feroci, dissolvere le lagnanze in silenzi novembrini. Seziona gli attimi di felicità con lo sguardo dell’insegnante severo che cerca una confessione dal più bugiardo tra i suoi scolari; rispetta il tempo del dolore e della fatica con la serenità di chi ascolta una verità aspra nelle parole di un vecchio amico. Non sogna, non s’illude, non immagina. Ebbene: non è così. Non solo.

In Italia, i dati dell’editoria hanno smesso di essere allarmanti: ora sconfortanti – ora tragici.

Ma ai Friulani, poco interessa. E se solo il 7 per cento della popolazione nazionale acquista almeno un libro all’anno, noi arriviamo al 53,6 per cento: più di sette volte tanto. La nostra è, a tutti gli effetti, la patria dei migliori lettori d’Italia. Merito, ancora una volta, delle moltissime manifestazioni culturali che da anni colorano la nostra regione. Ma non solo: l’associazione udinese Banco Lib(e)ro, che si occupa di raccogliere e distribuire libri e materiale multimediale a titolo gratuito, è arrivata a quota 350 mila volumi in dieci anni; il progetto Libro Liberamente ha riempito Pertegada di titoli: hotel, bar, scuole. Venti, in tutto, le stazioni in cui si possono trovare libri usati. Fino a sbarcare, da quest’anno, anche sulle spiagge di Lignano. Pertegada, il nostro “paese dei libri” è, in effetti, quella cittadina d’Italia in cui si legge di più. Merito di una diffusione e di un’affezione capillare alla lettura, intesa non solo come momento di raccoglimento privato ma anche come opportunità di scambio, di dibattito. Di crescita personale e comunitaria.

 

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