Uscendo da Udine e dirigendosi verso Ovest si attraversa un panorama suggestivo, caratterizzato da una zona collinare posta esattamente a metà del nostro Friuli. I centri di Martignacco, Moruzzo, Fagagna, Rive D’Arcano, Rodeano sono solo alcuni dei borghi possiamo incontrare lungo della nostra strada, ad animare queste terre che sono uno dei fiori all’occhiello della nostra regione. Se da Fagagna proseguiamo verso Majano, giriamo per Villaverde e seguiamo la via in salita o scegliamo la strada diretta verso il fiume Tagliamento salendo verso Nord dopo Rodeano notiamo un centro unico nel suo genere, che domina il Friuli Collinare adagiato sulla sua dolce collina: San Daniele del Friuli.
Una vera e propria perla del Friuli-Venezia Giulia, è conosciuta a livello internazionale soprattutto per motivi gastronomici. La produzione della trota affumicata e naturalmente del celebre prosciutto crudo dalla lavorazione e dal sapore unici sono delle eccellenze che solo una tradizione antichissima e un microclima unico nel suo genere possono generare.
La città di San Daniele presenta comunque numerose risorse artistiche e storiche. In primis la Biblioteca Guarneriana, la biblioteca più antica della Regione, costruita nel 1415 utilizzando i materiali della muraglia meridionale del Castello di Varmo. La storia della biblioteca è illustre, come i volumi contenuti all’interno di essa. Nel XIV Secolo il nobile Guarniero D’Artegna mise a disposizione i suoi volumi per dare la possibilità anche ai meno abbienti di accrescere il proprio interesse culturale. La parte più importante della configurazione è tuttavia dovuta a uno studioso che frequentò molto la biblioteca, Giusto Fontanini; egli ebbe incarichi importanti a Roma, divenne infatti professore di “eloquenza” all’Università romana, fu “abbreviatore apostolico” con Benedetto XIV ed ebbe anche la carica di arcivescovo di Ankara. Tenne comunque i contatti con la biblioteca di San Daniele, a cui donò in eredità denaro per allestire gli arredi e i volumi e la sua biblioteca personale con libri di storia friulana, di filosofia, di religione, di politica e molti manoscritti. Alcuni volumi, tuttavia, non raggiunsero mai la città di San Daniele (per sapere di più sulla questione, contattateci pure).
Un altro valore artistico del centro collinare è la Chiesa di San’Antonio Abate, definita la Sistina del Friuli e che conserva il più importante ciclo d’affreschi rinascimentali della regione, valore che fa guadagnare alla città l’appellativo di “piccola Siena del Friuli“. Sconsacrata e utilizzata per manifestazioni di cultura, la Chiesa conserva le meraviglie del pittore Martino da Udine. Insieme a questa Chiesa San Daniele conserva però l’imponente Duomo che domina la piazza centrale. Dedicato a San Michele Arcangelo, fu eretto dalla chiesetta di San Daniele profeta presso l’antico castello in cima al colle; il duomo, infatti, è ciò che vediamo quando finiamo la salita verso il centro di San Daniele del Friuli. Molto importante per il popolo collinare, diede nome al centro sorto attorno.
Il periodo migliore per gustarsi appieno la città di San Daniele è sicuramente a fine giugno con l’evento “Aria di Festa“, momento ideale per gustarsi i sapori del prosciutto e delle altre numerose prelibatezze friulane, con visite guidate ai celebri e curiosi prosciuttifici.
In una posizione meravigliosa, dominante sulle colline friulane, da San Daniele del Friuli si può cogliere tutta la pura essenza della nostra regione, ammirando da una parte la pianura che termina fino alla costa e dall’altra le suggestive montagne carniche, senza dimenticare il vicino fiume Tagliamento, valore che ha segnato la storia, la cultura, gli stili di vita e anche la lingua del Friuli-Venezia Giulia.
Nato a San Daniele del Friuli il 25 ottobre 1993. Mi giudico determinato, testardo e preciso. Incuriosito e affascinato dal mondo del design, ho studiato comunicazione e UX e per lavoro mi occupo di marketing e content creation. Malato di pallacanestro, amante del buon cibo e del buon vino. L’oppure mi permette di valorizzare il territorio del mio Friuli, l’unico posto che rimarrà sempre casa mia, riscoprendone le tradizioni con un occhio proiettato al futuro.