A pochi chilometri da Klangenfurt si trova Magdalensberg, il più grande e più importante parco archeologico d’Austria, in corrispondenza dell’antico insediamento romano di Virunum. Situato nei pressi di un complesso minerario, l’insediamento acquisì notevole importanza a partire dal 15 a.C., quando divenne uno dei principali centri amministrativi del Norico. Verso la fine del I secolo a.C., la regione fu interessata da un crescente attivismo romano. Dapprima, le campagne di Ottaviano in Illirico ebbero come conseguenza la diffusione dello stile di vita romano al di là dell’arco alpino, con la conseguente stesura di primi accordi commerciali. In seguito, il Norico accettò la sottomissione al popolo latino. In breve divenne il fulcro delle operazioni militari volte a sedare la rivolta esplosa in Pannonia nel 11 a.C., che costrinse probabilmente lo stesso Augusto e il figlio Tiberio a far ripetutamente sosta ad Aquileia.
I ritrovamenti archeologici testimoniano uno stretto legame tra Aquileia, capoluogo della Regio X Venetia et Histria, e Magdalensberg. In particolare, sembra che un’importante arteria stradale mettesse in comunicazione le due aree, almeno a partire dal I secolo a.C.. Esattamente nel mezzo di questa via orientale diretta al Norico, si trova oggi Moggio Udinese. Non è dunque un caso se, proprio dal I secolo si ha notizia delle prime tracce romane nell’area di Moggio, probabilmente a causa delle crescenti relazioni commerciali tra Aquileia e il Norico.
L’insediamento romano originale di Moggio Udinese era situato sul Colle di Santo Spirito, un’altura ben visibile, soprattutto per chi risale il Canal del Ferro. Attualmente il colle ospita un complesso abbaziale, di cui già abbiamo parlato in questo articolo. Secondo le scoperte più recenti, un primo nucleo si era inizialmente stabilito sulle pendici orientali, occupando poi il versante meridionale del colle. Proviamo ad esaminare nel dettaglio le scoperte degli archeologi.
Nel 1996, uno smottamento del versante orientale ha portato alla luce una struttura di contenimento simile ad un terrazzamento, che fungeva da sostegno per alcuni edifici, come testimonia il ritrovamento dei resti di una pavimentazione. La presenza di un terrazzamento risulta particolarmente rilevante. Esso, infatti, permetteva l’esistenza di un tracciato viario a mezza costa, il quale perdura tuttora, collegando il fondovalle alla sommità dell’altura. La frana ha fatto emergere anche numerosi frammenti di ceramica, databili tra il I secolo a.C. e l’età augustea. Proprio questi frammenti ci permettono di collegare l’insediamento di Moggio Udinese con Aquileia e Magdalensberg, dove sono state ritrovati resti dello stesso tipo e forma, spesso con iscrizioni affini.
In anni più recenti, sono stati effettuati degli scavi lungo il settore meridionale del colle. Anche in questo caso è emerso un terrazzamento a sostegno di un piccolo edificio di forma rettangolare, i cui continui rifacimenti rendono più chiari i periodi di sviluppo dell’insediamento. Una iniziale semplice pavimentazione in acciottolato venne in seguito ricoperta da un pavimento in blocchetti di laterizio, databili intorno all’età tardorepubblicana. A ciò si aggiungono resti di ceramica Auerberg, comune fino all’età adrianea. Ricapitolando, possiamo ipotizzare un primo insediamento sul terrazzo orientale, poi sviluppatosi in un settore abitativo nel versante meridionale in piena età augustea.
La presenza romana sul Colle di Santo Spirito sembra indissolubilmente legata alla stesura di una strada sottostante, che collegava Aquileia a Magdalensberg, seguendo per un tratto il corso del fiume Fella. La mancanza di rinvenimenti preromani certi lascia supporre l’originalità dell’insediamento, che sarebbe sorto intorno al I secolo a.C. nell’ambito della realizzazione di questa importante via commerciale. Si può supporre che contigenti militari risiedessero qui in età cesariana, al fine di controllare e difendere la via più orientale diretta verso il Norico. L’ipotesi è avvalorata dal ritrovamento di monete romane e noriche, forse appartenenti a mercenari o ausiliari celti.
Ancora una domanda rimane da sciogliere: perchè i ritrovamenti non danno testimonianza del periodo successivo all’età adrianea? Sicuramente florido in età augustea, quando dovette rivestire anche un importante ruolo commerciale, l’insediamento di Moggio sembra essere stato abbandonato in tarda età imperiale. L’ipotesi più avvalorata individua la causa nell’emergere di un nuovo centro a fondovalle: Resiutta, sede della statio Plorucensis, ovvero di una stazione doganale.
In conclusione, l’insediamento di Moggio Udinese dovette la sua subitanea ma breve fortuna alla sua felice pozione topografica. Non si trattava soltanto di una funzionale stazione di cambio per i viandanti sulla via del Norico, ma anche di un avamposto facilmente difendibile, che permetteva un agile controllo del tratto meridionale della valle.
Per approfondire ti consiglio di leggere:
Buora, Maurizio (a cura di), Roma sul Danubio. Da Aquileia a Carnuntum lungo la via dell’ambra, Udine (2002).
Cuscito, Giuseppe (a cura di), Aspetti e problemi della romanizzazione. Venetia, Histria e arco alpino orientale, Trieste (2009).
Nato a Chioggia il 23 dicembre 1996. Veneto di nascita, con radici istriane, udinese d’adozione. Studia Storia presso la Scuola Superiore dell’Università degli Studi di Udine. Acerrimo nemico dell’indifferenza e terribilmente curioso, assetato di conoscenza, inguaribile ottimista. Alla continua ricerca di qualcosa di cui meravigliarsi. Ama i dipinti di Monet e le poesie di Mario Luzi. Scrive per esplorare, perché non sa farne a meno.