Le feste si avvicinano, ma i dolci (per fortuna) non mancano mai. Per la gioia dei più golosi esiste infatti un dolce molto particolare adatto a tutte le occasioni, proveniente dalle Valli del Natisone, che è riuscito però ad entrare nel cuore di tutti i friulani, dall’Isonzo fino al Livenza.

Parliamo ovviamente della gubana, dolce tipico dei grandi periodi di festa quali il Natale, la Pasqua e il Carnevale, buono però per ogni ricorrenza, come matrimoni e sagre paesane.
Si tratta essenzialmente di un rotolo di pasta dolce ripiena di frutta secca, tradizionalmente noci, pinoli e uva passa, avvolta a chiocciola dopo aver aggiunto della scorza di limone, una stecca di vaniglia e un abbondante cucchiaio di grappa, cotta poi in forno e decorata con dello zucchero in superficie.
La particolarità di questo dolce è sicuramente il suo ripieno, che favorisce lo scambio con l’aroma della pasta lievitata e vede maturarne il sapore col passare dei giorni.

Come per la maggior parte dei dolci tradizionali,anche per la gubana esistono molte varianti, che si differenziano per gli ingredienti e le quantità presenti del ripieno, oltre che per la cura e la croccantezza della crosta esterna.
Gli originari delle Valli del Natisone, ad esempio, sono dei veri e propri integralisti: la loro gubana si distingue per una maggiore quantità di noci e frutti tipici locali nel ripieno, e per la parte esterna più curata e ricca. Questa versione mantiene la ricchezza di ingredienti e la cura di lavorazione originarie proprio perché la popolazione locale, che l’ha creata e continua a consumarla regolarmente, pretende il rispetto della tradizione prima di tutto.

Accade così che sorgano non poche dispute in quelle valli quando si parla di slivovitz. Secondo alcuni infatti bagnare la gubana con un mezzo bicchiere della tipica acquavite slovena, proveniente dalla fermentazione delle prugne, ne esalta e completa i sapori. Secondo altri invece lo slivoviz rovina il perfetto equilibrio tra gli ingredienti, frutto di una tradizione che dura da secoli.
Va comunque detto che gli sloveni ne sanno molto in fatto di gubana. La potizza infatti, dolce tipico sloveno, corrisponderebbe secondo alcuni alla prelibatezza nostrana. Secondo altre interpretazioni etno-gastronomiche invece, la gubana non sarebbe altro che la variante beneciana della potizza slovena, ovvero tipica della slavia friulana, quella regione del Friuli a cavallo fra Cividale e i monti di Caporetto.
Lo stesso nome della gubana inoltre ha probabilmente origini slave: “guba” in sloveno significa infatti “piega”.

Nel frattempo però appartiene a Cividale del Friuli il record per la gubana più grande del mondo.
Dopo averlo battuto per nove anni consecutivi infatti, il Forno Cattarossi e il suo titolare Berto Blasuttig sono stati chiamati ancora una volta a superarsi, sfornando per il capodanno 2015 una gubana dal peso eccezionale di 84 chili.
Il primo gennaio di ogni anno si è così consolidata ormai la dolce tradizione di sfornare una gubana gigante e adagiarla su una grande tavola sotto il loggiato del palazzo comunale di Cividale, per essere ammirata e poi offerta in degustazione ai compaesani per il brindisi augurale di Capodanno.

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