“Classici contro” suona come un ossimoro, una sorta di paradosso che stride agli occhi di chi i classici li consuma ogni giorno. Questi sono l’istituzione, un punto fermo e indispensabile a cui fare riferimento per affrontare ogni circostanza della vita.

L’idea non è certamente nuova, si è parlato spesso infatti di quanto le pietre miliari della letteratura siano ancor oggi un’ottima bussola durante il viaggio dell’esistenza. Da Italo Calvino a Luciano Canfora, in molti si sono prodigati nella loro difesa, fino a Umberto Eco, che in tempi non sospetti ha elogiato il liceo classico come trampolino di lancio verso qualsiasi nuova esperienza.

L’idea di Classici Contro, però, sembra rivoluzionaria: con un rovesciamento delle credenze e degli stereotipi, questi vengono trattati come motore potentissimo del pensiero, che ci aiutano (o ci obbligano) a mettere in discussione ogni cosa, e tramite il loro sguardo critico possono contribuire a rivoluzionare la nostra visione del presente. Lo fanno sempre, ma soprattutto nei momenti difficili.
Ecco perchè l’esperienza del monto antico viene oggi spesa nell’attualità. Guardare al presente attraverso la lente di un passato lontano offre infatti una visione distaccata e, in un certo senso, “migliore”, di ciò che accade nel mondo, al tempo stesso in controtendenza e distaccata rispetto al presente. Osservare il mondo di oggi attraverso i classici permette di analizzarlo dall’alto, in maniera razionale e critica, come se non ne fossimo protagonisti.

Lo scorso anno quest’esperienza ha visto come tematica principe la guerra, visto il ricorso del centenario dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale. Ventiquattro incontri in diciannove diverse città protagoniste dello scontro bellico, sparse nei tre fronti che hanno visto l’Italia protagonista: il Friuli-Venezia Giulia, il Veneto e il Trentino-Alto Adige. Oltre novanta pensatori hanno dato il loro contributo nel delineare gli scenari di quello scontro dal punto di vista classico, osservando come gli esiti sarebbero potuti cambiare, nel bene o nel male, se i protagonisti avessero agito in modo diverso.

La tematica di quest’anno invece sarà ancor più legata all’attualità. La parola chiave è “xènos”, concetto che nel mondo greco stava ad indicare lo straniero, e lo associava al tempo stesso al senso di ospitalità che gli era necessariamente dovuto. Un concetto straordinario, che oggi, davanti all’esodo di massa che sta raggiungendo le nostre coste, ha un sapore molto particolare.

Dare un punto di vista rispetto a questa tematica così delicata non è, però, l’obiettivo dell’iniziativa. Classici Contro vuole offrire uno spunto di riflessione, un’occasione per fermarsi a riflettere e osservare la realtà con occhio diverso.
Nello specifico dell’incontro di oggi, in compagnia dei professori Alberto Camerotto, Elena Fabbro e Alessio Sokol, nella giornata inaugurale di pordenonelegge2015, sono gli dèi dell’Olimpo ad ergersi come esempi di solidarietà e rispetto dell’altro. Il mondo politeista dell’antichità  era infatti quanto di più lontano dalle religioni monoteiste a cui siamo abituati. Non esisteva nessuna concezione simile a “non avrai altro dio al di fuori di me”, piuttosto le divinità venivano assimilate, associate e inglobate in un universo religioso in costante evoluzione, che traeva dalle esperienze degli altri popoli ispirazione per la costruzione della propria identità. Nessun libro o parola di dio a cui fare riferimento, nessun precetto o indicazione ferrea, nessun dio geloso che non ammette altre divinità, ma un dio aperto al dialogo, felice di accogliere a sè nuove idee ed esperienze divine.

Come per ogni grande questione, però, la soluzione non è a portata di mano. Pensare di risolvere problemi moderni attraverso esperienze di ormai tremila anni fa è ovviamente impensabile. Ma il loro contributo resta valido, forte e indispensabile per godere di punti di vista nuovi, che sappiano far breccia nelle coscienze e ispirare ognuno di noi all’azione, in nome della ragione, del bello e della virtù, proprio come i classici ci hanno insegnato.

Lascia un commento