“Buongiorno! Un liscio, grazie”
“Va bene, niente ghiaccio. Che amaro preferisce?”
“No, no, mi scusi, intendevo un caffè!”
“Un nero?”
“ … Facciamo un macchiato caldo dai”
“Forse intende un capo”
“Un cappuccino? Sì va bene lo stesso…”
“Grande o piccolo?”
“.. Grande”
“Un caffelatte al tavolo 2!”
“No no lasci stare, come non detto. Che amaro mi consiglia?”

Ordinare un caffè a Trieste può trasformarsi in un vero incubo per un turista della domenica.

Esiste infatti un vocabolario assolutamente originale rispetto al resto d’Italia attorno a questa bevanda, testimonianza di un mondo a sé stante nato dalle tante culture e miscele che nei secoli sono approdate nel porto della città giuliana.
Se ciò di cui avete bisogno è un caffè liscio, dovrete quindi ordinare un “nero”. Per gli amanti del macchiato la parola d’ordine è invece “capo”, mentre un “caffelatte” è quanto di più indicato per chi volesse fare colazione con un normalissimo cappuccino. Ma non finisce qui: a Trieste infatti è normale gustarsi un espresso o un macchiato da un bicchiere di vetro, rispettivamente “nero in B” e “capo in B”.

All’inizio magari può sembrare una barzelletta, ma col tempo ci si fa l’orecchio. In ogni caso, la cultura del caffè a Trieste va ben oltre i soli nomi che ne distinguono le varie tipologie.

Non solo a Trieste sono nati due consolidati marchi italiani come Illy e Hausbrandt, ma il porto cittadino è stato anche posto dalla Borsa di Wall Street fra i cinque massimi punti di riferimento europei per determinare le quotazioni internazionali del caffè.
La tradizione commerciale relativa alla materia prima è però legata in primis al sorgere di una delle più celebri tradizioni cittadine: il caffè letterario. Crocevia per eccellenza di poeti e intellettuali, i caffè di Trieste sono da sempre un punto di ritrovo in cui fare cultura.

Il Caffè degli Specchi in Piazza Unità, il Caffè San Marco di via Battisti, aperto nel 1914,il Caffè Stella Polare, nell’elegante via Dante, sono solo alcuni degli storici salotti in cui è ancora possibile respirare quell’aria dal sapore un po’ viennese che un secolo fa ha offerto ispirazione ad autori unici come Franz Kafka, James Joyce, Italo Svevo e Umberto Saba. Dopo

Dopo aver letto questa spicciola guida di sopravvivenza, un’uscita a Trieste non sarà più un problema.
Anche giusto il tempo di un caffè.

 

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