Siamo ormai giunti alla fine di questo percorso che ci ha portato sulle strade dei più grandi distillatori della nostra regione. Nel corso di questo ciclo sui distillati abbiamo potuto raccontare di realtà seppur molto vicine geograficamente, tanto diverse nei modi di pensare e ottenere prodotti molto differenti tra loro. Nonostante queste realtà siano così diverse hanno degli elementi che le collegano, come nel caso di Pagura e Tosolini, due tra i più grandi produttori di grappa in Friuli accomunati dalla produzione di eleganti bottiglie prodotte con la tecnica del vetro soffiato.

 

L’elemento che più lega le realtà della distillazione regionale è sicuramente l’amore e la spasmodica passione verso il territorio, la continua ricerca delle materie prime più pregiate sempre all’interno del territorio regionale per produrre dei distillati di altissima qualità.

Il legame tra tradizione e innovazione è però probabilmente l’elemento cardine su cui le nostre distillerie si basano, ossia la capacità di unire i decenni di storia delle proprie aziende (per qualcuno anche secoli, come nel caso di Ceschia) con i più moderni strumenti e le conoscenze più avanzate in materia di distillazione, come nel caso di Nonino o Buiese. È proprio questa innata capacità a rendere così speciali i distillati del Friuli.

 

Ma come nel corso di questo ciclo di articoli è stato possibile notare, non sono solo le grandi realtà della distillazione a farla da padrone, ma troviamo piccole realtà che si dimostrano delle vere gioie per il palato e per l’umore, non si può non menzionare Adelia di Fant che con la sua capacità di mettersi in gioco è stata capace di unire i piaceri del cioccolato a quelli dei distillati; o come l’Amaro d’Udine, un perfetto esempio di piccola realtà che si distingue per un know-how fortissimo che sa offrire un prodotto di eccezionale qualità.

 

I nostri distillati sono un piacere che viene goduto in tutto il mondo, perché non si può parlare di semplice consumo. Per il Friuli-Venezia-Giulia sono un motivo di vanto, un fiore all’occhiello della nostra cultura enogastronomica, un piacevole connubio tra il caldo abbraccio dell’alcol che li anima ed un retrogusto vellutato, quasi dolce in alcuni casi; un nettare che può svelare gli angoli più profondi del nostro essere e svelare i segreti più intimi, del resto come disse Baudelaire “Chi beve solo acqua ha un segreto da nascondere”.

 

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