L’abitudine porta spesso a pensare soltanto alla classica bottiglia da 0,75 L, la dimensione “standard” più diffusa sul mercato. Esistono tuttavia molti altri formati, capaci di contenere anche enormi quantità di vino, ognuno dei quali ha un nome tanto preciso quanto curioso.
La maggior parte di questi ha infatti origini bibliche e sembrano pensati per ricordare il lusso e lo sfarzo delle lontane terre esotiche da cui provengono:

  • Demi: mezza bottiglia, dalla capacità di 0,375 Litri;
  • Bottiglia: il formato classico, capiente 0,75 Litri;
  •  Magnum: doppia bottiglia, molto diffusa, dalla capacità di 1,5 Litri;
  • Jeroboam (o doppia magnum): prende il nome dal Re fondatore del Regno di Israele, contiene 3 Litri;
  • Rehoboam: prende il nome dal primo re della Giudea, con capacità di 4,5 Litri;
  • Mathusalem: prende il nome dall’uomo più longevo dell’antico testamento. Questa bottiglia contiene 6 Litri di vino;
  • Melchior: prendendo il nome di uno dei Re Magi, contiene 8 Litri;
  • Salmanazar: prende il nome dal Re Assiro e contiene 9 Litri;
  • Baltazar: rievoca il nome di uno dei Re Magi ed ha una capienza di 12 Litri;
  • Nabuchodonosor: antico re di Babilonia, con capienza di 15 Litri;
  • Solomon: Re di Israele, al suo interno contiene ben 20 Litri di vino;
  • Primato o Goliaht: prende il nome dal gigante ucciso con una fionda da Davide. La sua capienza è di 27 Litri;
  • Melchizèdec: la bottiglia in assoluto più grande, possiede una capienza di 30 Litri.

In genere questi grandi formati vengono utilizzati per particolari occasioni e ricorrenze, pertanto sono soliti contenere grandi bollicine come champagne o spumanti, ma non è raro siano utilizzati anche per le bordolesi e le borgognotte (per chi non avesse idea di cosa si stia dicendo, consigliamo la lettura di questo nostro articolo: http://www.oppureblog.com/pordenone-eat-le-tante-forme-del-vino/).

Una volta ripresi dalla notizia che esistono bottiglie da 30 L di vino – per curiosità, un Melchizèdec di Armand de Brignac, uno degli champagne più bevuti nel mondo, può costare fino a cinquantamila euro, in base alle annate e ai vitigni – sarà facile domandarsi il perché di dimensioni così grandi.

Nonostante i grandi formati siano legati spesso allo sfarzo e alla valenza estetica, esistono alcune caratteristiche tecniche che spiegano come in realtà il formato incida notevolmente sulla conservabilità  e sui  processi di affinamento del vino contenuto.
Nelle bottiglie di piccole dimensioni infatti il vino matura in fretta e per questo motivo sono quindi poco indicate per l’affinamento. La ragione di questa rapida maturazione è dovuta al fatto che la grande quantità di ossigeno in rapporto al vino contenuto  permette al prodotto di ossidarsi rapidamente. La condizione è invece favorevole con l’aumentare della capacità della bottiglia, in quanto il rapporto tra ossigeno e contenuto è decisamente inferiore.

Non solo apparenza quindi, i grandi formati nascondono dei segreti da non sottovalutare. Quando si dice “le dimensioni contano”.

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