I lavori sono ancora in corso, ma pare che gli esperti del settore siano concordi: quella del 2018 sarà ricordata come una vendemmia abbondante.
Secondo le previsioni elaborate da Unione Italiana Vini e Ismea per l’Osservatorio del vino, l’incremento della produzione vinicola italiana è stimato attorno al 15%. La crescita produttiva è senza dubbio rincuorante per la realtà vitivinicola italiana, che, dopo un’annata difficile come quella del 2017, sarà in grado di riprendersi e di confermare l’Italia come primo produttore mondiale.
Un quadro positivo nel complesso, che tuttavia nasconde delle criticità. Piogge estive particolarmente abbondanti in Meridione e lotta continua alle fitopatie in diverse regioni hanno tenuto impegnati i produttori e messo a rischio lo stato di salute dei vigneti. Eccessive generalizzazioni sono quindi da evitare: i vigneti italiani sono estremamente variegati, ognuno con la sua storia ed il suo particolare microclima. La vite è una pianta tenace e resistente, ma sensibile. Solo alcune condizioni climatiche piuttosto precise portano nel calice i risultati migliori. Occorre calore, tempo soleggiato e la giusta quantità di precipitazioni.
Condizioni di cui hanno potuto godere i viticoltori friulani, che hanno iniziato la raccolta attorno alla metà di agosto: le prime uve a raggiungere le cantine sono state Pinot grigio, Pinot nero e Sauvignon, seguite dalle uve di Traminer aromatico, Chardonnay, Pinot bianco, Glera e Ribolla gialla. In questi giorni si stanno raccogliendo le uve rosse, Merlot e Cabernet Franc, mentre a chiudere le operazioni saranno Verduzzo, Refosco e Picolit.
Per ottenere vini ricchi ed equilibrati è fondamentale scegliere il momento giusto per vendemmiare: solo l’uva perfettamente matura contiene nel corretto equilibrio le sostanze responsabili degli aromi e dei profumi del vino. Nella polpa degli acini, oltre all’acqua e ad altri composti caratteristici, ci sono zuccheri, la cui percentuale aumenta con la maturazione, e acidi, in percentuale decrescente con il progredire della maturazione. È proprio il rapporto ottimale tra zuccheri e acidi a scandire i tempi della vendemmia.
Vendemmia che per il Friuli si prospetta positiva in termini quantitativi, con un incremento almeno del 15% rispetto al 2017. Inoltre, un andamento climatico tutto sommato ideale per la vite, con un’estate calda interrotta da sporadiche precipitazioni, ha permesso di ottenere un’uva sana e di buona qualità.
Insomma, vino ne avremo, e speriamo sarà buono. Per scoprirlo non resta che attendere e dare fiducia ai nostri enologi. Un buon lavoro in vigna deve essere necessariamente seguito da unottimo lavoro in cantina, volto a valorizzare e rendere sempre più competitivi i nostri vini. La speranza è che i nostri prodotti, anche quelli meno conosciuti e già apprezzati nel mercato italiano, possano esprimere le loro potenzialità nei mercati esteri deliziando il palato degli appassionati in tutto il mondo.
Classe 1997, sono nata e cresciuta sul confine tra Veneto e Friuli. Negli anni mi sono lasciata guidare dai miei innumerevoli interessi attraverso le realtà più diverse. Studio Agricoltura Sostenibile presso l’Università di Padova. Sono convinta che il trasferimento della conoscenza sia la chiave per un futuro migliore. Attraverso i miei articoli per L’oppure cerco di mettere in luce gli aspetti più curiosi dell’enogastronomia (e non solo) del territorio in cui vivo.