Questa settimana il nostro “volo” ci porta a posarci sulle colline del gemonese, in particolare sul più celebre dei colli che caratterizzano il comune di Osoppo: il Forte. Esso rappresenta il punto più elevato del territorio comunale ed è un luogo dalla lunga ed interessantissima storia.

Il colle è sempre stato un punto cardine delle difese da invasioni che si spingevano verso sud per via della sua posizione altamente strategica e ancora oggi si possono individuare le rovine della celebre Fortezza di Osoppo (da cui il nome), il cui complesso comprende i resti delle varie epoche di opere difensive, gallerie, fossati e trinceramenti. Nel corso dei secoli infatti il colle e la rocca sono stati al centro e teatro di numerose battaglie.

Presumibilmente abitato sin dal neolitico, il colle assunse importanza in epoca celtica ed ancor di più in epoca romana. Da alcuni scritti di Paolo Diacono si evince che nel 610 la fortezza di Osoppo fu elemento cardine della difesa longobarda contro gli assalti degli àvari che, una volta sconfitto il duca Gisulfo, assediarono la rocca. Dopo il 1420 il fortilizio divenne punto nevralgico della difesa dello Stato della terra della Serenissima. In particolare nel 1514 venne sferrato un serrato assedio da parte delle truppe teutoniche che venne respinto dalle milizie veneziane guidate da Gerolamo Savorgnan. Successivamente fu occupato dai francesi nel 1797 e nel 1848, durante le lotte del Risorgimento, il forte fu al centro di una contesa tra l’esercito asburgico (che lo voleva riconquistare) e un gruppo di patrioti italiani che resistette per ben sette mesi.

A causa dei bombardamenti del 1945 e del disastroso terremoto del 1976 della rocca oggi rimangono soltanto dei ruderi. Quest’ultimi tuttavia rappresentano quello che è un aggregato di grande interesse naturalistico oltre che storico costituendo parte integrante del sistema ambientale del fiume Tagliamento. A sud del colle si trovano infatti la sorgiva Bars e il laghetto del Cornino, considerato il più puro d’acqua d’Italia. Inoltre, dopo la Grande Guerra, venne sviluppata un’interessante attività vivaistica nel parco arboreto con l’introduzione nei giardini, nei viali e negli orti botanici di piante autoctone e piante ornamentali esotiche che è possibile apprezzare intraprendendo il percorso naturalistico che parte dai piedi del colle. Con i suoi 330 metri d’altezza il colle costituisce inoltre un ottimo punto dal quale ammirare il panorama sulle colline dell’anfiteatro morenico e sull’arco alpino attraversato dal fiume Tagliamento.

Numerose sono le interpretazioni che riguardano le origini del nome di Osoppo: dalla quasi scontata Os-Oppidum (luogo fortificato), all’altrettanto intuibile Aus-opum (luogo presso il fiume), passando per Os-Apertum (luogo aperto). In quest’ultimo caso è probabile che il riferimento sia al cosiddetto Campo di Osoppo, la piana di Gemona e Osoppo a forma di triangolo isoscele, ben visibile dal colle, sulla quale si narra una leggenda molto particolare. Un tempo, quando il mare giungeva ad Osoppo, la ridente campagna altro non era che un grande lago abitato da un enorme drago. Grazie alle preghiere di un eremita il drago fuggì e, nella corsa, cadde in un anfratto e sprofondò all’inferno favorendo l’apertura del Passo della Tobina, da dove iniziarono a fluire le acque verso valle, lasciando asciutta la pianura del Campo di Osoppo.

Il sito del colle di Osoppo è dunque un luogo del tutto particolare, visitabile in ogni periodo dell’anno e che consente, grazie alle diverse proposte di percorso, di approfondire i singoli periodi storici che caratterizzano la maggior parte dei ritrovamenti del colle. Nel 1923 la Fortezza è stata anche dichiarata monumento nazionale e oggi è oggetto di diversi interventi di recupero che facilitano la fruizione da parte dei visitatori di un altro dei meravigliosi luoghi che caratterizzano il nostro splendido Friuli.

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