L’etimologia del nome Jota è con ogni probabilità da ricercarsi nel termine tardo latino jutta  (brodaglia), che a sua volta originerebbe da una radice celtica, il che è molto probabile visto che lo stesso significato di brodo, brodaglia, beverone o mangime lo si ritrova nel termine cimbro yot, nell’irlandese it e nel gergo del Poitou jut.

Piatto tipicamente triestino, la jota è una zuppa diffusa però in gran parte del litorale sloveno, nell’Istria e in tutto il Friuli, dove si incontrano numerose varianti. Fra tutte possiamo citare quella carnica, dove i i crauti vengono sostituiti dalla brovada, che dà alla jota carnica quel tocco di acidità tipico di questo piatto.
Diversamente dal capoluogo friulano però, dove la jota veniva apprezzata come  un piatto ricco e prelibato, nel resto del Friuli veniva considerata una pietanza di ripiego, tanto che i vecchi usavano lamentarsi del fatto che per pura necessità erano costretti a mangiarla molto spesso.

“simpri jote, simpri jote e mai polente e lat”
(detto popolare)

Ingredienti (per 4-5 persone)

200 g di fagioli borlotti secchi
2 patate medie
250 g di crauti
200 g circa di cotenna di maiale fresca
50 g di pancetta affumicata in un’unica fetta
2 cucchiai di farina
2 cucchiai d’olio extravergine d’oliva
2 foglie d’alloro
1 spicchio d’aglio
1 cucchiaino da caffè di semi di cumino
sale e pepe q.b.

 

Lavare i fagioli e metterli a mollo per almeno otto ore ,quindi metterli in una pentola, coprirli con circa due litri di acqua fredda, unire il sale, la fetta di pancetta e la foglia di alloro e mettere sul fuoco. Lasciarli cuocere coperti, a fuoco moderato per circa due ore e mezzo. Nel frattempo scottare per qualche minuto la cotenna in acqua bollente, raschiarla con il coltello per eliminare le setole quindi sciacquarla e unirla ai fagioli dopo la prima ora di cottura. Lavare e lessare le patate con la buccia, mettere i crauti in un tegame, unire il cumino e una foglia d’alloro quindi coprire con acqua e lasciar cuocere dolcemente per circa tre quarti d’ora. In seguito rosolare uno spicchio d’aglio schiacciato nell’olio caldo, quindi rimuoverlo e versare nella padella la farina. Mescolando continuamente e tenendo la fiamma al minimo, tostarla fino a quando sarà diventata scura e, a questo punto, unirla ai crauti, amalgamandola con cura. Insaporire con sale e pepe e lasciare i crauti sul fuoco al minimo fino a quando si saranno molto addensati. Non appena le patate saranno tenere, pelarle e schiacciarle lasciandole cadere nella pentola dei fagioli. Passare anche la metà dei fagioli e versarli nella pentola insieme ai crauti. Rimuovere la cotenna e rimetterla in pentola dopo averla tagliata a listerelle. Mescolare, regolare di sale e lasciar cuocere la zuppa, che risulterà molto densa, per un altro quarto d’ora, in modo da far amalgamare i sapori.

Servire la jota molto calda, in un tegame di terracotta assieme a qualche fetta di pane raffermo e a un buon calice di Schioppettino, per ammorbidire il gusto deciso e l’acidità che caratterizza questo piatto.

(Ricetta tratta da www.caffeeuropa.it)

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