È una sera d’estate del 1926 e i nostri amici ci hanno riferito che al Politeama Rossetti si terrà un grande spettacolo e decidiamo di andarci. Siamo eleganti, le ragazze in abito da sera dorato al polpaccio, scintillante, decorato con frange e perline, mentre i ragazzi in abito scuro, camicia bianco perla e scarpe nere di vernice. Saliamo la scalinata del teatro, varchiamo il bellissimo foyer e ci accomodiamo nella platea che può contenere fino a 5000 spettatori. Sopra di noi, lentamente, la grande cupola comincia piano piano ad aprirsi, lasciando scorgere la notte stellata. Siamo persi a guardare il cielo quando, all’improvviso siamo riportati in sala da uno speaker che grida: “E attacca il nostro triestino! Romanoff scivola di lato, niente pugni sotto la cintura, lo ricordiamo. Raicevich accusa una testata dall’avversario, ma si riprende immediatamente.” Sì, non siamo in una palestra, siamo proprio a teatro e sul palco si sta svolgendo l’incontro di lotta greco – romana tra il russo Ivan Romanoff e il triestino più volte campione del mondo Giovanni Raicevich. Certo, magari pensavamo di assistere ad un’opera o ad un concerto, ma del resto anche questo è uno spettacolo!
Torniamo nel 2016. Come abbiamo potuto comprendere da questo brevissimo viaggio nel tempo, il Politeama Rossetti non è un teatro come gli altri e questo è chiaro fin dal nome “politeama”, cioè “adatto ad ogni sorta di spettacolo”. Si può dire che proprio questo sia stato il filo rosso che ha percorso la storia ultracentenaria del Rossetti, progettato nel 1877 dall’architetto ligure Nicolò Bruno per volontà di alcuni imprenditori privati, alla testa dei quali c’era Emilio di Morpurgo, e inaugurato il 27 aprile 1878.
Questo teatro, come abbiamo già accennato, ne ha viste veramente di tutti i colori: il podio dell’orchestra vide avvicendarsi, tra gli altri, nel 1903 Richard Strauss, nel 1905 Gustav Mahler e nel 1920 Arturo Toscanini. Sul palco si esibirono Maria Callas, il teatro dei Piccoli (cioè delle marionette) inventato dal cividalese Vittorio Podrecca; si svolsero incontri di boxe e lotta greco – romana come quello che abbiamo raccontato; Tommaso Marinetti vi programmò una delle prime “Serate futuriste” nel 1910; si proiettarono film muti e sonori. In alcune occasioni, addirittura, la platea fu totalmente sgomberata: nel 1905, ad esempio, quando si organizzò un ballo mascherato dal tema “Dante all’Inferno”, o in occasione di serate danzanti e dei veglioni di carnevale, o ancora quando si misero in scena finte battute di caccia al cervo e spettacoli equestri.
Durante la sua lunga storia il teatro è stato rimaneggiato più volte: lo scarno arredamento è stato arricchito, i posti a sedere sono stati ridotti da 5000 agli attuali 1531, il meccanismo che apriva la cupola è stato bloccato ma le stelle si possono ancora ammirare grazie ai 1600 led installati nel soffitto.
Oggi il Rossetti è sede del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e il suo cartellone continua ad essere ricchissimo.
Nata a Pordenone nel 1993, mi sono laureata in Storia a Ca’ Foscari (Venezia), dove sto proseguendo gli studi in Storia Contemporanea. Tra i fasti della Serenissima ho scoperto la passione per le zone industriali e ora mi sto specializzando in storia del lavoro e dell’impresa. Guido cantando – solo quando sono sola, perché mi vergogno – e non esco mai senza un romanzo e un registratore con batterie di riserva: convinta che le storie si nascondano ovunque, non voglio essere impreparata quando ne scovo una.