Conosciamo spesso i nomi dei più famosi industriali che hanno fatto grande la città, ma non sappiamo quelli di coloro che, con il proprio lavoro, hanno reso importanti questi imprenditori.

È questo il tentativo di Gian Luigi Bettoli che, pur non essendo uno storico di professione ma un cooperatore allo sviluppo, si è fatto carico di raccontare una parte fondamentale della storia dell’impresa pordenonese. Questo pomeriggio, nell’ambito di pordenonelegge, presso la Camera di Commercio di Pordenone, ha presentato il suo volume Il volto nascosto dello sviluppo: dalla Resistenza al miracolo economico, dialogando con i segretari provinciali di CGIL, Giuliana Pigozzo, CISL, Arturo Pellizzon, e UIL, Roberto Zaami.

Attraverso l’analisi di undici casi di studio e ad un attento lavoro di ricerca negli archivi aziendali, sindacali, privati e alla raccolta di fonti orali, Bettoli racconta dunque aspetti talvolta scomodi della storia più recente di Pordenone e della sua provincia.

Crisi, rappresentanza, welfare, omologazione e soprattutto lotta sono le parole chiave di un racconto che sottolinea l’importanza delle organizzazioni dei lavoratori non solo nel ventennio successivo al secondo conflitto mondiale, ma anche attualmente.

Si è sottolineato infatti come alcune questioni emerse in passato siano oggi materia di acceso dibattito politico, un dibattito che, nell’ottica dei relatori, deve trovare esiti concreti.

Dare un nome e un cognome, dare un volto a coloro che formano e hanno formato gruppi chiamati genericamente “operai”, “impiegati”, “contadini”, “metalmezzadri”, è questa la grande sfida raccolta da Gian Luigi Bettoli. Il suo lavoro è certamente un passo importante nella conoscenza della storia della provincia di Pordenone, ma non esaurisce tutte le storie dei lavoratori: ci auguriamo quindi che gli storici si avvicinino ai singoli protagonisti e che, registratore alla mano, ascoltino con curiosità i loro racconti.