Bosnia, Kosovo, Chernobyl, Fukushima, Mumbai. La galleria Harry Bertoia da settembre a gennaio si “traveste” di ceneri, Ashes. Quest’ultimo è proprio il titolo della mostra di Pierpaolo Mittica.

Il fotoreporter pordenonese nell’arco di sedici anni ha collezionato, nei suoi viaggi, scatti mozzafiato, per testimoniare quanto di nocivo l’uomo provochi a se stesso.

Gli scatti di Mittica hanno alle spalle un viaggio, fisico e spirituale, e a loro volta porteranno l’osservatore a viaggiare con essi.

Diventa pertanto un vero e proprio journey, che parte dalla Bosnia e Kosovo, dov’è rimasto chi ha perso tutto e non può più avere niente, e arriva all’ India, tra il paradosso di chi è costretto a vivere nelle slums e di chi invece vive nelle “bolle d’oro”; dagli indimenticabili disastri di Chernobyl e Fukushima all’ incidente nucleare dimenticato di Mayak. E’ il turno poi dei Tokai, i piccoli schiavi del Bangladesh, che sopravvivono riciclando rifiuti. Infine si giunge alla città dell’acciaio, Magnitogorsk, responsabile di 650 mila tonnellate di rifiuti industriali, che vengono annualmente riversati nell’ambiente.

Proprio quello che il mondo occidentalizzato additerebbe come disastri, guerre e sfruttamento, nell’ottica di altri sono usuali condizioni di vita.

La mostra di Mittica ha pertanto lo scopo di far riflettere quanto possiamo apprezzare ciò di cui disponiamo ogni giorno, che invece consideriamo come dato certo.

Ciò che si deve attivare è la coscienza di noi tutti, cittadini del mondo, nel volere, pretendere e combattere per un mondo migliore, dove i diritti umani e ambientali non vengano violati.

Ashes perciò è un grido al male che stiamo provocando al mondo e le ceneri che di questo stiamo raccogliendo.

 

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