È una domenica pomeriggio di inizio dicembre e il sole è tramontato ore fa: sono le sei o le otto e mezza? Che freddo. Mi sento febbre. Un brulicare di vite passeggia in tragitti irrazionali lungo il viale ingombro di casupole del mercatino di Natale e mentre pensi ai rigori per la Juve, alle scorte di Nutella e al numero di buchi nei telefoni, la tua ragazza si ferma davanti a una vetrina sconosciuta. Esposti su scaffalature di legno chiaro, dei monili in metallo sconosciuto e sacchetti di spezie. Devi entrare. La signora al bancone che ti accoglie parla di commercio equo, di economia solidale e di decrescita con quel tono stranamente zuccherino che pensavi riservato ai bambini in odore di imbecillità.

Condivideresti allora la tua posizione con la cultura politica tradizionale, anche della sinistra più progressista, e la tendenza a guardare certi esperimenti di consumo alternativo e responsabile come eccentricità da fricchettoni, tentativi di ribellione senza presa sui processi politici. Come la cultura politica della sinistra tradizionale, ha spiegato questo pomeriggio Paolo Cacciari all’interno di L’altrametà, non saresti cosciente della grande politicità, della possibilità di cambiamento reale e profondo, di questi esperimenti. L’agricoltura biologica, unico settore economico ad aver offerto un aumento esponenziale dell’occupazione negli ultimi anni, è diventato per molti un modo diverso di fare impresa. Così come sono in crescita i gruppi di acquisto solidale. Questi esperimenti, che a te paiono marginali quindi trascurabili, hanno spostato negli ultimi dieci anni quote reali di consumo. I Sem Terra del Brasile prosperano al punto che ormai al Ministero dell’Economia Popolare è stato assegnato un portafoglio. Negli ultimi anni, alcuni gruppi politici del blocco occidentale hanno seguito l’esempio delle loro controparti del Sud del mondo – il gruppo del Parlamento Europeo di Podemos ha organizzato, proprio nel 2016, il primo forum comunitario a tema Social and Solidarity Economy.

Ma non solo: nonostante l’inerzia ti suggerisca che il nostro sistema basato sul profitto sia il solo economicamente sostenibile, i modelli eticamente orientati si sono dimostrati finanziariamente coerenti e, localmente, detengono il primato sulla capacità di creazione di ricchezza e benessere collettivi.

L’auspicio dell’incontro è quello di poter ribaltare l’energia di attivazione per un reale cambiamento del sistema di produzione e consumo di alcuni prodotti, e in special modo di quelli più strettamente legati alla sostenibilità ecologica della società umana.

“Dobbiamo tornare all’idea fondativa di economia come gestione della casa, e la nostra casa collettiva di oggi è il mondo”.