La nostra provincia da un punto di vista linguistico è divisa: se a differenza delle altre province della regione Friuli-Venezia Giulia non vi sono minoranze linguistiche storiche riconosciute dallo Stato diverse dal friulano, si presenta forte la distinzione tra parlate di matrice friulana e parlate di matrice veneta.

Le parlate friulane della provincia di Pordenone appartengono alla cosiddetta variante occidentale del friulano; questa lingua si può suddividere secondo alcuni in quattro varianti, secondo altri in tre. Per citare un autore che ne sostiene la quadripartizione e che in poche parole fa un buon quadro della situazione etnico-linguistico-storica del Friuli, riporterò le parole di Andrea Benedetti, tratte da un suo articolo intitolato Perché a Pordenone non si parla più il friulano: “La Patria del Friuli costituisce indissolubilmente un’unità etnica, linguistica, storica, economica che non si può disconoscere, pure essa è composta fondamentalmente da quattro parti distinte, la centrale (Udinese), l’orientale (Goriziano), l’occidentale (Destra Tagliamento) e la Carnia (…)”. Chi ne sostiene la tripartizione – come per esempio Carla Marcato in Dialetto, dialetti e italiano – unisce invece la variante centrale e quella orientale.

Le caratteristiche del friulano occidentale o concordiese più ovvie sono la terminazione in -a del femminile singolare oltre che la realizzazione delle vocali -i e -u lunghe come dittonghi che variano da sottovarietà a sottovarietà. Queste caratteristiche sono rispettate nelle zone friulanofone dell’area individuata per questa ricerca, e anzi, servono a distinguere quali aree siano veramente friulanofone e quali no.

Per quanto riguarda invece il veneto parlato in queste zone, bisogna distinguere – grazie alle parole di Piera Rizzolatti, tratte dall’articolo Parlar “veneto” a Pordenone – tra il pordenonese, di “impianto linguistico veneziano, in parte affine a quello “paracadutato” a Udine, [su cui] premono (…) da una parte una varietà friulana di stampo “occidentale”, dall’altra un sistema “alto-veneto”, che deborda dai dialetti del Livenza e si salda per alcuni tratti comuni (riduzione del vocalismo finale) con quello friulano”, e appunto le varietà venete “liventine” dell’estremo occidente della provincia, che afferiscono a parlate venete settentrionali.

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