L’Arsenale di Venezia è un luogo estremamente affascinante. Oggi importante attrazione turistica, in passato era uno dei simboli della dominazione marittima della Serenissima. Come spesso accade con luoghi così attrattivi per i turisti, l’imponenza e la magnificenza di monumenti famosi in tutto il mondo adombrano elementi apparentemente meno interessanti. Come scopriremo nei prossimi articoli, è proprio questo il caso del Leone del Pireo.
Il Leone del Pireo: le sue caratteristiche
Il Leone del Pireo si trova, in compagnia di altri tre leoni, di fronte alla Porta da Terra dell’Arsenale, a sinistra rispetto all’ingresso della Porta. Realizzato in marmo pentelico bianco, alto 3,80 m ca. e posto su una base di 50 cm ca., si presenta in posizione seduta con gli arti posteriori piegati e quelli anteriori stesi, assumendo una tipica elegantissima posa felina. L’anatomia del Leone è piuttosto realistica. Questo ci fornisce qualche indizio sulla datazione della statua: il suo aspetto così naturale lo colloca a fianco di altre opere risalenti al IV secolo a. C. quali il Leone di Cheronea e il leone di Anfipoli; la data della sua realizzazione dovrebbe collocarsi più precisamente attorno al 360 a. C., secondo Cornelius Vermeule.
Il nome, la datazione e altre opere d’arte sue coeve suggeriscono che la collocazione di fronte all’Arsenale di Venezia non sia, in realtà, quella originale. In origine, la statua si trovava infatti nel Pireo, porto della città di Atene – da qui i “due porti” a cui si fa riferimento nel titolo di questo articolo. Eretta nell’antichità dagli ateniesi, fu spostata nella sua posizione attuale quando Venezia conquistò Atene nel 1687. La Serenissima in quell’occasione strappò la città agli Ottomani – di qui tre dei “quattro popoli” e due delle “tre epoche” citate nel titolo. Sono però proprio il quarto popolo e la terza epoca a rendere il Leone del Pireo così speciale e la sua storia così intrigante: gruppi di mercenari al servizio dell’Imperatore bizantino, i Variaghi, attorno al XI secolo incisero delle iscrizioni runiche proprio nel marmo della statua.
In questa serie di articoli il Leone del Pireo diventerà il perno di un’affascinante narrazione che unisce due porti, tre epoche e quattro popoli. Non resta che leggere il prossimo articolo che parlerà dell’erezione del Leone e del suo incontro ravvicinato con un affascinante gruppo umano, i Variaghi.
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Questo articolo è tratto da una tesina in Storia marittima redatta dallo stesso autore durante l’anno accademico 2020-2021 del Collegio d’Europa, sede di Natolin. Si ringraziano Anita Giabardo per la traduzione dall’originale inglese e Katia Barbaresco per la foto.
Nato negli USA, da sempre vivo in Friuli. Laureato in Lettere Classiche, sono laureato in Filologia Classica presso il Collegio Superiore dell’Università di Bologna e in Studi Interdisciplinari Europei al Collegio d’Europa, campus di Natolin. Fieramente europeo, le mie giornate son in perpetua oscillazione tra Omero e il Manifesto di Ventotene. Opero giorno per giorno per costruire una nazione, un continente, una comunità che riconoscano il valore della cultura e che in essa si riconoscano.