Proprio quando gli orti cominciano a tingersi di un estivo rosso acceso, nel mondo si celebra la settimana mondiale del pomodoro. Sette giorni di iniziative, eventi, incontri culturali e gastronomici dedicati a questo splendido frutto del sole e della terra, uno degli alimenti più utilizzati e diffusi in tutto il pianeta.

Nel giro di 25 anni la sua produzione mondiale è pressocchè raddoppiata, a parità di risorse spese e di consumo si suolo. Si tratta di un ottimo esempio di come la ricerca tecnologica sia riuscita a incidere non solo sulla qualità, ma anche sulla quantità di una filiera alimentare tre le più sviluppate al mondo, che nell’ottica di “Nutrire il pianeta, energia per la vita” potrebbe davvero vestire un ruolo fondamentale.

Teatro della sua celebrazione infatti non poteva che essere Expo 2015, dove è stato organizzato un fitto programma di eventi, pensato sulla base di giornate tematiche dedicate a tutta la filiera produttiva. In calendario saranno presenti convegni, esposizioni e workshop, ma non mancheranno eventi degustativi e spettacoli rivolti al grande pubblico, in cui il tema del pomodoro sarà trattato sotto ogni aspetto: ecologico, agricolo, industriale, commerciale, ma anche nutrizionale, salutistico, gastronomico e ludico-culturale.

L’intento è quello di arricchire il dibattito con spunti di riflessione interessanti per la diffusione della qualità organizzativa e produttiva di una delle più importanti realtà produttive made in Italy nel mondo.

Il nostro paese si classifica infatti come terzo produttore mondiale del cosiddetto “oro rosso”, dietro soltanto a Cina e Stati Uniti. Sul mercato però c’è ancora molto da lavorare, dal momento che molti altri paesi riescono ad aggiudicarsi fette di mercato sempre più grandi grazie ai prezzi più vantaggiosi con cui si rivolgono ai consumatori.

Massimo Serafini, membro del World Processing Tomato Council, ha fatto notare come il prezzo della materia prima sia uno dei principali fattori negativi per l’industria italiana, che la rende meno competitiva rispetto al resto del mondo. “Il prezzo agricolo del pomodoro in Italia è infatti il più caro”, ha spiegato, “vi sono norme che complicano la vita ai nostri agricoltori, rendendoli meno competitivi di fronte ai colleghi spagnoli e portoghesi”.

Ha chiuso il convegno il Presidente dell’Associazione Settimana Mondiale del Pomodoro e Sottosegretario all’Economia Paola De Micheli, per la quale lo sviluppo della filiera del pomodoro è per l’Italia una grande opportunità: “Con i consumi mondiali di cibo che continuano a crescere il pomodoro è certamente protagonista della domanda alimentare, per questo l’Italia è chiamata a riorganizzare in maniera più competitiva il sistema di offerta”.

Ma la filiera produttiva del pomodoro non è una novità per il nostro paese. Si tratta infatti di un’industria di successo, che affonda le sue radici nel dopoguerra e che negli anni è diventata una delle principali fonti di esportazione mondiale, per la qualità e le varietà che l’Italia sa offrire.

Dal classico San Marzano al più sfizioso ciliegino, oggi sono più di 5000 le varietà di pomodoro esistenti, differenti per forma, colore e grandezza, capaci di maturare nei vari periodi dell’anno e in diverse condizioni ambientali.

Tanto come prodotto fresco quanto nei suoi numerosi derivati, il pomodoro rappresenta un ingrediente essenziale della nostra identità nazionale. Grazie alla sua versatilità, gli usi che ne sono derivati in cucina sono i più disparati: è ingrediente principale nelle salse e nei sughi con cui viene condita la pasta, è fondamentale nel ragù e i nei brasati, ha un gusto straordinario nella variante secca, sorprendente quando è ripieno o gratinato.

Ma è forse per il suo ruolo fondamentale nella preparazione della pizza che il pomodoro riscontra il suo maggior successo.

Proprio su questa lunghezza d’onda, per concludere in grande stile la settimana dedicata al pomodoro, Expo 2015 tenterà di stabilire un nuovo Guinness World  Record. Un chilometro e mezzo di lunghezza per oltre 30mila tranci e cinque tonnellate di peso, una gigantesca teglia posta su cinque forni mobili: sarà la pizza più lunga del mondo, che nel Decumano di Expo tenterà di battere il primato precedente di 40 m di diametro.

 

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