Gino Perissutti nasce nel 1972 a Forni di Sopra, nelle Dolomiti friulane. Già da giovane manifesta una grande passione per la birra, lavorando nella storica birreria ristorante di famiglia, “Coton”. Fin dai primi anni del Nuovo Millennio, Gino viaggia molto per l’Europa scoprendo prodotti molto diversi, appassionandosi al mondo del malto e luppolo. Inizia ad apprezzare sempre di più soprattutto le birre ceche, leggere ma con uno stile e un carattere tutti da scoprire. Nel 2005 inizia a cimentarsi nell’arte dell’homebrewing, e dopo qualche anno di formazione e di utili consigli da parte di esperti del settore decide di cimentarsi in un’avventura, trasformando la birreria in un brewpub. Così nasce il birrificio Foglie d’Erba.
Il birrificio ricalca esattamente le caratteristiche del suo mastro birraio e creatore, divenuto “Birraio dell’anno” (massimo riconoscimento a livello nazionale) nel 2011. Amante della sperimentazione, le birre di Gino sono comunque molto vicine al territorio da cui nascono, manifestando grande personalità ed eleganza. Ogni birra racconta qualcosa di lui e del piccolo paesino di montagna da cui provengono, facendo iniziare un vero e proprio viaggio a chiunque le assaggia. La linea di produzione ha un’ispirazione anglo-americana, con birre molto luppolate anche caratterizzate, come già sottolineato, da un forte impiego di prodotti del territorio. Per Gino, la birra ideale è leggera e da bere facilmente, quasi senza pensarci, ma con carattere, come se la birra trasmettesse una personalità che non la rende normale, uguale a tutte le altre. Anche in questo si ispira alle sue montagne e agli abitanti che le abitano, di carattere forte ma gentili e ospitali.
Le birre prodotte sono così dodici, tutte con caratteristiche e sentori differenti, che si suddividono in birre fisse o birre prodotte occasionalmente o secondo la stagione. Non facilissime da abbinare, sono più birre da meditazione caratterizzate per la maggior parte da un’alta luppolatura e una sofisticata elaborazione. Abbiamo così la Babél (Birra dell’anno 2011), birra a cui Gino è più affezionato, una Pale Ale di carattere e buon impatto aromatico, a luppolatura tedesca, leggera (5% vol.) e rinfrescante, una birra quotidiana in grado di sorprendere. La Hopfelia è invece una Indian Pale Ale più costruita, a elevata luppolatura, con grande impatto aromatico, calda e avvolgente. La Gentle Giant, una classica Tripel belga ad alta gradazione alcolica, è meno luppolata ma con note speziate, che la rendono una buona birra da gustare di fronte al caminetto. Arriviamo poi alla Hot Night at the Village (Medaglia d’Oro al Brussels Beer Challenge 2013), una Brown Porter inglese dalla facile beva, contraddistinta dalle note di caffè, cioccolato e liquirizia e da un finale erbaceo. La Joyce, invece, è una Wheat Beer, una birra di frumento leggera e rinfrescante, con lievi note speziate, perfetta per le stagioni calde.
Per quanto riguarda la birre speciali prodotte occasionalmente incontriamo la Haraban (Birra dell’anno 2012), una Golden Ale a bassa luppolatura rispetto alle altre in produzione, leggera e molto semplice da bere. Segue la Freewheelin’ (Prima classificata Campionato Italiano Birre Artigianali 2013), un’imperial I.P.A. ideata per far convivere un impiego molto intenso del luppolo con un corpo caldo e avvolgente, importante (9.5% vol.) e ricca di sfumature. La Green Witch è una Saison belga di media gradazione, secca e beverina, di leggera acidità. Con la Hot night at the Village – Breakfast edition viene irrobustita la Brown Porter inglese anche con l’aggiunta di vaniglia e cacao puro di altissima qualità. La Nadâl, come dice il nome, è la birra di Natale, una Belgian Winter Ale ideata per le fredde serate invernali con sentori di frutti rossi e spezie. Arriviamo alla Golem, una Keller Pils con sentori di miele e cereali che si fondono a un finale secco, erbaceo e mediamente amaro, e si conclude con la Songs from the Wood, un’Imperial Stout caratterizzata da molti malti diversi, lievito di produzione propria, molto amara, di gusto sofisticato e alta gradazione alcolica.
Molto differenti tra loro, con sapori unici e ben distinguibili, le birre di Foglie d’Erba costituiscono un mix di creatività, tecnica e ricerca della perfezione. Per Gino ogni birra è come un suo personale pensiero filosofico. Egli si definisce un birraio più creativo e istintivo che tecnico o esperto. Il riconoscimento ottenuto nel 2011 è stato infatti quasi una sorpresa, che lo ha responsabilizzato e spinto a migliorare continuamente. Secondo lui i microbirrifici in Italia sono in crescita, tutti con qualcosa da dire e far conoscere attraverso le loro produzioni. Ciò che si deve sempre continuare a fare, però, è stabilizzare la qualità, continuando a crescere e migliorare, senza fare l’errore di sentirsi già bravi, già arrivati. “Fare il birraio è un mestiere bellissimo, ma richiede tempo e passione”, gli si sente dire sempre.
Anche solo guardando le bottiglie Foglie d’Erba o sentendo parlare Gino Parassutti si nota quanto questo birrificio esploda di passione e voglia di lavorare, di offrire buoni prodotti e farli conoscere insieme al territorio da cui provengono. Gino si dimostra infatti molto grato alla terra in cui vive, una regione incredibile con caratteristiche differenti e tutte da valorizzare. Ciò che è diventato e ciò che diventerà lo deve proprio a questo territorio e in particolare alle sue montagne, dove c’è bisogno di stare bene con sé stessi prima di tutto il resto. Proprio da questi pensieri nasce ciò che è la birra per il birraio di Forni di Sopra: nient’altro che «un modo per staccare un momento dai problemi e dal vivere quotidiano, la bevanda socializzante per eccellenza, che apre in maniera positiva verso sé stessi e il resto del mondo».
Vi invitiamo a conoscere il birrificio e il loro pub/pizzeria sul sito web di Foglie d’erba.
Nato a San Daniele del Friuli il 25 ottobre 1993. Mi giudico determinato, testardo e preciso. Incuriosito e affascinato dal mondo del design, ho studiato comunicazione e UX e per lavoro mi occupo di marketing e content creation. Malato di pallacanestro, amante del buon cibo e del buon vino. L’oppure mi permette di valorizzare il territorio del mio Friuli, l’unico posto che rimarrà sempre casa mia, riscoprendone le tradizioni con un occhio proiettato al futuro.