Incontro estremamente stimolante quello di stamattina presso il Convento San Francesco che ha visto come protagonista il brillante filosofo, linguista e saggista Jean-Claude Milner.
Il suo saggio appassionato e indignato, La politica delle cose, è molto attuale, addirittura profetico.
L’incontro prende subito il via analizzando un problema fondamentale della società odierna: la libertà dell’individuo è minacciata dalla deriva disumanizzante della società, caratterizzata dal controllo ossessivo di qualsiasi tipo di procedura, sempre più meccanica e dunque meno “umana”.
Un esempio calzante di questo controllo ossessivo è dato dai sondaggi di opinione, in cui «si studia l’opinione dei muti», dice Milner, «di chi non risponde». Si cercano risposte, numeri, certezze, tentando di classificare gli individui in quanto cose e non esseri parlanti. Tutti questi processi si nascondono dietro a quelle che il saggista definisce mots flatteurs, parole belle che celano in realtà un processo malsano e totalmente inventato: parole come prevenzione e trasparenza ne sono l’esempio.
Tramite questi processi le persone vengono dunque trattate come non avessero un’opinione, come cose, dal momento in cui avere un’opinione caratterizza la libertà, ingrediente fondamentale dello status dell’individuo stesso.
«La libertà», dice Milner, «è qualcosa che inizia dal corpo, il corpo di un essere parlante. L’individuo è tale in quanto essere parlante, senza distinzioni, e come tale ha diritto alla libertà.»
Sulla base di questo grande concetto filosofico e visione prettamente “materialista” – come la definisce il saggista – della libertà, l’incontro continua con una complessa analisi di alcune dinamiche all’interno dell’Europa e di come, nonostante la sua natura, essa stessa si basi sulla politica delle cose, e di come questo sia inevitabilmente un limite.
I governi di oggi, infatti, tutelano il cosiddetto segreto di stato, negando, sottolinea il professore, quello che è in realtà un diritto del singolo: avere dei segreti. Milner va contro questo comportamento contrario al concetto di democrazia stessa. Tale segreto si rivela un vero e proprio privilegio dei governanti nei confronti dei governati che automaticamente sono i più deboli. «Chi sta ai piedi della montagna non riesce a vedere chi sta in vetta, chi sta in vetta non spiega cosa vede da lassù.»
La discussione volge al termine con una toccante riflessione sui più recenti avvenimenti che hanno sconvolto l’Europa. Jean-Claude Milner invita tutti gli individui ad addentrarsi appieno nei problemi della società, nelle dinamiche del mondo, sfruttando e ricordandosi di quella che è la propria libertà di pensiero.
Chissà, forse troveremo proprio la chiave di questo ultimo monito nel libro di prossima pubblicazione La politica degli esseri parlanti, al momento ancora in traduzione.
«La liberté de penser est la liberté de penser n’importe quoi.»
Jean-Claude Milner, Pordenonelegge 2016
Sono nata a San Daniele nel 1992 e la passione per le lingue mi ha portato a laurearmi alla SSLMIT di Trieste. Prima di trasferirmi a Bruxelles dove attualmente vivo e lavoro, ho ottenuto un doppio Master in affari europei presso le università di Udine e Strasburgo. Sebbene le mie radici siano ben piantate nel cuore del Friuli, sento un forte slancio che mi porta alla ricerca di nuovi mondi, cosa che posso raggiungere anche attraverso la scrittura. Per questo ho scelto di scrivere per L’oppure, perché è fondamentale ricordare e valorizzare casa propria, facendola conoscere a chi ama scoprire, sognare, ricordare.