Politeama è la prima opera narrativa del regista Gianni Amelio il quale attraverso la storia di Luigino racconta anche se stesso. Politeama è un romanzo di formazione struggente che è anche un’ autobiografia. Proprio nel genere dell’autobiografia Amelio riconosce il fondamento della scrittura stessa che sia di un romanzo o di una sceneggiatura:”L’autobiografia è una necessità sempre, sia quando si scrive una cosa che ci tocca da vicino sia quando si scrive di qualcosa che è lontana da noi anni luce, l’autobiografia è il sentimento che metti in quello che scrivi“.
Ecco dunque che il personaggio di Luigino e l’autore si mescolano attraverso le pagine di Politeama, anche nell’esergo del libro Amelio, citando Mark Twain, vuole ricordarci questo legame: “Eravamo gemelli. Da piccoli, uno dei due è annegato. Ma non ho mai saputo se era lui o ero io.”
Centrale in Politeama sono anche i rapporti familiari, rapporti frantumati, ricchi di figure femminili ingombranti nella vita di un ragazzino che deve ancora formarsi.
Attraverso una scrittura tenera ma allo stesso tempo crudele Amelio ci dimostra la sua forte fiducia nella diversità raccontandoci una storia che prima di tutto parla del riscatto della dignità la quale per Amelio è l’elemento primario di ogni vita e che spetta ad ognuno di noi, qualunque persona esso sia. Luigino così attraverso le pagine del romanzo riacquista la dignità, riemerge, facendo trionfare l’idea che se hai davanti una montagna devi scalarla.
Naturalmente da un regista apprezzato come Amelio è lecito chiedersi quale sia il suo rapporto con la scrittura e quanto essa si differenzi per lui rispetto al cinema. Amelio ci racconta così che per lui scrivere comporta una maggiore libertà, scrivendo questo romanzo ha potuto farsi condurre per mano dalle parole senza sapere dove sarebbe arrivato, nel cinema invece bisogna avere tutto chiaro fino dalla scrittura del soggetto. La libertà della scrittura è però in un certo senso vincolata in quanto scrivere comporta un certo rigore nelle parole scelte mentre scrivendo una sceneggiatura è sempre possibile decidere di cambiare i dialoghi. Amelio ci tiene comunque a sottolineare che il libro non è una “finta sceneggiatura” ma è un vero e proprio romanzo e vuole essere giudicato come scrittore. L’Amelio regista lo rivedremo a febbraio nelle sale con il nuovo film “La tenerezza” mente speriamo di poter apprezzare presto l’Amelio scittore con un nuovo romanzo.
Sono nata a Palmanova nel 1996, vivo a Trieste dove frequento il corso di laurea in Studi Umanistici.