L’ultima volta che abbiamo volato nei dintorni di Gorizia siamo andati alla scoperta di Gradisca, il borgo più bello d’Italia; a pochi minuti da qui si trova invece Medea, un paesino legato alla produzione agricola ed in cui sono proprio i campi, con i loro diversi colori, ad attrarre l’occhio dal colle più alto, luogo in cui è situato il monumento di cui parleremo oggi: l’Ara pacis mundi.
Il complesso fu ideato dall’architetto Mario Baciocchi, costruito nel 1950 e inaugurato a maggio del 1951. All’esterno della struttura troviamo il Sacro Recinto, cioè una serie di colonne e travature in marmo travertino che formano un rettangolo dalle misure 30m per 50m; all’interno è stata posta l’Ara vera e propria, nella quale c’è una camera ipogea che contiene un’Urna in legno e bronzo recante l’iscrizione “Odium parit mortem, vitam progignit amor” (L’odio produce morte, l’amore genera vita). L’Urna raccoglie le zolle di terra provenienti dai cimiteri nazionali e internazionali situati in Italia, dai campi di internamento e di sterminio e contiene le ampolle con l’acqua marina prelevata nei punti dove le navi affondarono e dove migliaia di militari trovarono la morte. Attualmente sono custodite le terre raccolte nei Paesi che sono diventati in questi anni nuovi scenari di guerra: Iraq, Afghanistan, Libano.
Questo monumento è ricco di valori simbolici: commemorare tutti i caduti in guerra, ricordare come il dolore della guerra accomuni sia vincitori che vinti, e condurre l’uomo verso la pace e la fratellanza senza ricorrere nuovamente alla guerra ed alle sue tragedie.
Accostata all’Ara pacis mundi si trova la Corte dei Nobel, inaugurata a maggio del 2008. L’opera è composta da 7 totem che riportano, in ordine cronologico, nome e breve profilo dei vincitori del premio Nobel per la Pace dal 1901 ad oggi. Con questa iniziativa, unica in Italia, Medea ha voluto rendere onore a tutti quegli uomini, donne e organizzazioni che si sono impegnati a lottare contro la guerra, sperando anche che la visita a questo parco della pace possa aiutare a comprendere, apprezzare, scegliere, amare la pace.
In questo luogo nel 2012 il Collegio del Mondo unito dell’Adriatico di Duino con i suoi studenti provenienti da 89 Paesi diversi ha voluto celebrare l’inizio del nuovo anno accademico: ogni ragazzo era vestito con i suoi abiti tradizionali e animava la giornata con canti e danze della sua cultura d’origine. Nel 2015 questo luogo è stato scelto per la decima edizione del Festival Internazionale Cinematografico “Un Film per la Pace”, che promuove i temi dei diritti umani e della giustizia attraverso film di giovani registi provenienti ogni anno da oltre 30 paesi di tutto il mondo, come Francia, Danimarca, Turchia e Iran.
L’Ara pacis mundi di Medea è voluta diventare il simbolo per la necessità della pace tra i popoli, il simbolo di ciò che resta di una guerra (distruzione, morte e dolore), il simbolo che l’integrazione non deve avvenire solo una volta morti. In generale, il Friuli Venezia Giulia e in modo particolare queste zone, che hanno visto combattere le due guerre mondiali proprio nelle loro terre, non dimenticano, ma sottolineano, l’importanza della pace, la possibilità di convivenza tra culture diverse e il valore della vita.
Sono nata il 29 luglio del 1994 a Darjeeling (India) e italiana di adozione. Sono laureata in Relazioni Pubbliche all’Università di Udine e sono la responsabile della sezione di Gorizia. Io e questa città ci siamo viste crescere a vicenda. Continuo a crederci in questo luogo, perciò vorrei valorizzarlo, esaltando le sue potenzialità, ricchezze e tutto quello che può offrire.