Cultura, confini, convivialità. Lungo il percorso della tappa numero quindici di questo Giro d’Italia probabilmente aleggia un’atmosfera che tende a fare un po’ a pugni con le restrizioni vissute nell’ultimo anno. Sarà per il meteo, che al momento sembra voler tenere, sarà per i tanti significati che questa tappa transfontaliera si porta dietro.

Forse anche perché, dopo quanto visto ieri sullo Zoncolan, si ha la sensazione che la corsa non sarà troppo “controllata”, come si dice in gergo. Alla gioia dei tifosi italiani per la vittoria del giovane Lorenzo Fortunato, in fuga per tutto il giorno, va contrapposta l’ennesima dimostrazione di forza dello scalatore colombiano Egan Bernal, sempre più padrone di questo Giro. Facile quindi che anche oggi vada in porto una fuga e che il gruppo lasci fare. Il percorso in effetti si presta molto a un copione del genere, come allo spunto di qualche finisseur. Ma andiamo con ordine.

Dalla montagna al mare. Si parte, anzi si fa scalo (come avrebbe detto il maestro Battiato) a Grado. Con la stagione estiva ormai alle porte, l’Isola del sole è sicuramente un’ottima meta per la classica scampagnata domenicale, con le sue spiagge e la sua storia ultramillenaria, che affonda le radici nell’antica Roma.

La corsa si sposterà quindi verso il goriziano, toccando Pieris e Mariano del Friuli, luoghi di nascita rispettivamente di Fabio Capello e Dino Zoff, due grandi alfieri dello sport friulano, e superando il Monte San Michele, non segnalato come gran premio della montagna. A Mariano è posto anche il primo sprint intermedio di giornata.

Si arriverà a Mossa, dove inizierà un circuito a cavallo tra Italia e Slovenia, immerso  tra le colline e i vigneti del Collio, da ripetere per tre volte. Da Mossa si prende la salita di Gornje Cerovo, due chilometri con pendenza media dell’8,5% e massime che superano il 15%, classificato come gran premio della montagna di quarta categoria. Tra vari saliscendi i ciclisti raggiungeranno Cormons e il castello di Spessa, per poi affrontare nuovamente lo strappo di Gornje Cerovo.

Al terzo passaggio sul gran premio della montagna, la tappa prenderà per San Floriano e da lì scenderà verso il traguardo di Gorizia, che con la gemella Nova Gorica è fresca di nomina a Capitale Europea della Cultura 2025.

Gli ultimi chilometri di gara sono una celebrazione della storia della città, a lungo divisa durante gli anni della cortina di ferro: dopo il passaggio per piazza della Transalluogo simbolo della riunificazione cittadina, si entrerà a Nova Gorica per affrontare uno strappo di circa un chilometro con pendenze anche del 14%, seguito da una breve ma tecnica discesa. Si rientrerà poi a Gorizia per arrivare, dopo un breve tratto in pavé, al traguardo di piazza Vittoria.

Non è la prima volta che piazza Vittoria ospita un arrivo di tappa del Giro: correva l’anno 2001, quando s’impose lo spagnolo Pablo Lastras e la Slovenia non faceva ancora parte dell’Unione Europea.

Sarà di certo una giornata che andrà oltre allo spettacolo offerto dal grande ciclismo, diventando un’ulteriore occasione per celebrare la storia e le ricchezze culturali di una regione di confine, che nei secoli ha visto visto passare e convivere popolazioni e culture diverse.

Lo spirito della tappa di oggi è ben descritto sul sito del Giro d’Italia:

La tappa 15 è un percorso che ricuce, un tragitto alimentato dalla speranza. Come la festa del Perdòn, in cui ogni anno gli abitanti di Grado escono in barca per rinnovare il voto alla Madonna che li salvò da una pestilenza. O come Gorizia, che dopo essere stata a lungo divisa in due dalla cortina di ferro, con l’entrata della Slovenia nell’UE ha potuto ritrovare la sua antica unità.

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