Laszlo Bock è “Senior Vice-President of People Operations” di Google e il suo è uno dei lavori più belli del mondo: si occupa di migliorare le condizioni dei Googlers, i dipendenti di Google.
Lo scorso aprile ha pubblicato il libro “Work Rules!”, che racconta della sua esperienza in Google e di quali siano le chiavi del successo dell’azienda di Mountain View.

Ciò che in Google è straordinario è il fatto che sia un’azienda costantemente innovativa e ad altissima produttività ma che al tempo stesso riesca a classificarsi, da tre anni consecutivi, al primo posto del “Great Place to Work”: la classifica delle 25 multinazionali dove si lavora meglio.

Il bestseller di Bock cerca di spiegare il segreto di questo successo e lo fa per prima cosa introducendoci nel modus operandi di Google, per capirne la filosofia e le coraggiose scelte che Larry Page e Sergey Brin hanno voluto attuare fin dagli esordi. La prima sensazionale scoperta è infatti questa: Google è Google perché è sempre stata così.
Tutti sanno che Google ha, nella sua sede in California, campi da volleyball, piscine e ristoranti gratuiti per i dipendenti. Questo “parco divertimenti” non è però un’invenzione degli ultimi anni dovuta al non saper cosa fare di tutti i milioni di dollari di utile. Il sentimento di libertà, di condivisione e di comunità è sempre stato nelle corde di Google fin dalla fondazione. Certo, con gli anni questi “benefit” sono notevolmente aumentati ma è tutto partito dall’inizio, dall’idea di creatività come conseguenza della libertà. Ricorda il metodo Montessori, con cui infatti sono stati cresciuti Sergey e Larry.

Non si può però comprendere a fondo la mentalità di Google senza capirne gli obiettivi. Lo scopo sociale, si direbbe in ambito aziendalistico, di Google è semplicissimo: diffondere informazioni e conoscenza. Sembra banale e sembrerebbe banale anche rispettarlo ma non è così. Bock ci parla del caso cinese, di come l’azienda fosse davanti ad un bivio: se rinunciare al proprio scopo per volere di un governo ostile alla libertà di informazione oppure non rispettare le leggi di uno Stato.
Cosa c’entra questo con le condizioni di lavoro dei Googlers? C’entra parecchio. Infatti, racconta sempre l’autore, questa discussione non era appannaggio degli amministratori bensì erano gli stessi dipendenti che ne dibattevano fra di loro e potevano porre domande a Presidente e Amministratore Delegato durante i meeting e i momenti di Q&A (domande e risposte) che si svolgono costantemente tra management e lavoratori.

La trasparenza, la libera apertura verso il nuovo, la creatività sono quindi le caratteristiche che rendono Google ciò che è oggi: il simbolo dell’innovazione del nostro tempo.

 

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