La storia di uno dei più famosi eroi ecuadoriani, l’aviatore Elia Antonio Liut, comincia nel 1894 a Fiume Veneto, dove è ancora ricordato con una targa che ne sintetizza in poche righe la vita avventurosa.

“In questa casa / visse la sua pensosa adolescenza / Elia Antonio Liut fu felice / antesignano e maestro del volo / valoroso aquilotto della guerra vittoriosa / primo audace trasvolatore delle Ande / emerito fondatore dell’Aeronautica dell’Equatore / lustro e vanto del paese natio / morto a Quito con gli onori del trionfo”.

A 10 anni Elia emigra in Argentina, dove si era già stabilito il padre Felice, e impara il mestiere di elettricista. Tornato in Italia otto anni più tardi, prosegue in questa carriera avvicinandosi anche al mondo della musica.

Allo scoppio della Grande Guerra consegue il brevetto di pilota militare e prende parte a numerose missioni di ricognizione aerea e di combattimento. Elia è bravissimo, un “valoroso aquilotto” che si vede perfino promuovere al grado di Sergente maggiore. Al termine della guerra, però, gli aviatori, seppure assi del cielo, non trovano lavoro. Il governo italiano regala un aereo ad Elia, che quindi si guadagna da vivere partecipando a manifestazioni acrobatiche e militari.

Nel 1920 gli si presenta l’occasione di trasferirsi nuovamente nel Nuovo Mondo, questa volta in Ecuador. Durante una delle sue esibizioni, infatti, viene notato dal console ecuadoriano, che gli propone di seguirlo per divulgare le sue conoscenze in campo aeronautico. Elia, naturalmente, accetta.

Il primo volo di Liut nel Nuovo Mondo viene effettuato il 4 novembre 1920, da Cuenca a Guayaquil, circa 200 chilometri in linea d’aria. Il Telegrafo I“, l’aereo così chiamato in onore del quotidiano ecuadoriano “El telegrafo” che aveva sovvenzionato l’impresa, decolla alle 9.30 da Guadayaquil e atterra due ore più tardi a Cuenca, consegnando alle autorità locali la prima posta aerea della storia dell’ Ecuador.

Elia dunque procede a pianificare un secondo volo, da Cuenca a Quito (circa 400 chilometri), con tappa a Riobamba. A noi questi nomi non dicono niente, ma il percorso prevede nientemeno che la trasvolata delle Ande. Elia atterra dunque a Quito la mattina del 28 novembre, dopo aver rischiato il congelamento e sorvolato per primo la Cordigliera, nell’ultimo tratto privo una piantina ma guidato solo dai binari della ferrovia che dall’alto riesce a scorgere. All’arrivo nella capitale viene accolto come un eroe nazionale e venne incaricato di dirigere la Scuola Militare di Aviazione di Guayaquil.

La seconda parte della sua carriera è più travagliata a causa di alcune infelici vicissitudini economiche

Elia Liut muore nel maggio del 1952 a Quito, dove viene sepolto in un monumento nazionale, onorato come un vero eroe.

Per approfondire questa storia consigliamo una passeggiata a Fiume Veneto alla ricerca della targa dedicata all’aviatore.

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