Autunno 1918. L’invasore austriaco si sta ritirando dal territorio friulano che ha occupato, depredato e saccheggiato per ben tre anni. Le difese dell’esercito italiano, però sono riuscite a resistere, prima sul Carso e successivamente – dopo lo sfondamento austro-ungarico di Caporetto – sul Piave e a innescare una veloce controffensiva che ha costretto l’esericito imperiale a indietreggiare e a perdere le battaglie decisive nella bassa friulana. L’arrivo poi degli americani nel 1917 sul fronte occidentale e il loro supporto limitato ma essenziale in quello meridionale han costretto i generali austriaci e tedeschi a prendere in considerazione i quattordici punti che il presidente americano Woodrow Wilson aveva proposto loro per una resa. Ecco, in breve, alcuni dettagli: soppressione di tutte le barriere economiche ed uguaglianza di trattamento in materia commerciale per tutte le nazioni che consentano alla pace; riduzione degli armamenti dei singoli stati, necessari solo per la sicurezza interna; possibilità di sviluppo per tutti i popoli che han fatto parte dell’Austria-Ungheria; creazione di un’associazione delle nazioni, in virtù di convenzioni formali, allo scopo di promuovere mutue garanzie di insipendenza e integrità territoriale.
Alle 19 del 5 ottobre 1918, da Portogruaro giunge questa notizia: l’imperatore Carlo ha iniziato a prendere in considerazione le 14 condizioni di pace propostagli da Wilson. Ecco il telegramma con cui l’imperatore asburgico annunciava la resa ai suoi generali, recuperato da un cronista dell’epoca che la riporta:
“L’imperatore nostro, quello della Germania ed il sultano della Turchia hanno proposto all’intesa un armistizio per entrare in trattative di pace sui 14 punti del Presidente degli Stati Uniti”
Sebbene la popolazione friulana fosse entusiasta per la fine della guerra, gli eserciti proseguono con le razzie e i bombardamenti: un centinaio di soldati armati di baionette depredano nei villaggi vicini le ultime mucche sopravvissute alla guerra e gli aerei italiani bombardano la stazione di Casarsa, punto di riferimento per gli ultimi militari austriaci che erano prossimi alla ritirata. A un anno da Caporetto, il fronte occidentale e quello meridionale inizia a essere conquistato dall’intesa e dal Piave pare si inizi a progettare l’offensiva finale.
Classe 1993, quinto di cinque fratelli, con una propensione verso i crostacei e i classici; vivo tra Casarsa, Venezia e Milano e vorrei diventare uno sceneggiatore. Indeciso e scettico su ogni cosa, scrivo per guardarmi attorno e descrivere dove mi trovo, al di là del mio effettivo stato in luogo.