“Europoa; crisi profonda” è il tema proposto al secondo appuntamento dell’ “Inviato Speciale, il ciclo di incontri” organizzato dal Circolo della Stampa di Pordenone, che porterà  la testimonianza di Federico Fubini, giornalista di rilievo delle maggiori testate giornalistiche, come Corriere della Sera e Repubblica. Autore di vari libri, tra cui spiccano, ” Destini di frontiera” e ” Noi siamo la rivoluzione“, l’inviato coglierà l’occasione di questo incontro per presentare il suo ultimo libro ” La Via di Fuga” ( Mondadori). L’evento si terrà venerdì 7 novembre, alle 18, a Palazzo Montereale Mantica.

In una grave situazione economica come reagiscono le persone al crollo del loro mondo? “: è questo l’interrogativo che induce Fubini a non affacciarsi solo al presente, ma a rivolgere uno sguardo scientifico e al contempo profondamente umano al passato, riallacciando la crisi degli anni Trenta con la crisi europea attuale. Il suo sguardo si sovrappone tuttavia a quello di suo nonno, Renzo Fubini, eminente economista che collaborò con Luigi Enaudi e che, dopo aver intrapeso una carriera che sposava gli ideali liberali, scomoda al regime fascista e alla politica autartica, venne deportato ad Auschwitz, dove in segutò morì nel 1944.

“La Via di Fuga” è anche un fulgente esempio di “new journalism“, nel quale l’esperienza personale e soggettiva, il reportage e l’analisi in chiave critica si fondono in un linguaggio nuovo. Federico Fubini in questo caso sceglie di ripercorrere le tappe di suo nonno, non solo per ricostruirne la storia personale, ma per raccoglierne il testimone e proseguire il  suo viaggio lungo una vita.

Gli anni del fascismo, della Seconda Guerra Mondiale, della grande depressione e il crash di Wall Street, episodi vissuti in prima persona da Renzo, vengono riproiettati nel mondo attuale dalla penna di Federico. L’autore mette in luce l’intrinseco legame che stringe i momenti più bui della Storia Occidentale e la crisi finanziaria europea. In essa infatti si intravedono i medesimi meccanismi politici ed economici, che invece di assestare, travolgono, e le medesime reazioni di fronte al crollo di tutte le certezze. Ciò che più unisce questi due vastissimi capitoli è proprio il fattore umano, o meglio psicologico, che si impone con prepotenza, al punto di fagocitare tutto in un’onda di violenza e auotritarismo, di corruzione e insensatezza.

Il recupero di un gretto nazionalismo da parte di paesi come L’Ucraina e la Grecia di Alba Dorata, il mercato dei voti comprati che investe il luogo d’origine di Renzo, Catanzaro, sono solo esempi di una realtà in totale declino. Cosa fare?  L’economista Albert Hirschman individua tre possibili scelte categoriche: la defezione, la protesta o la lealtà. Ma Federico, forte della propria capacità di scrutare a fondo, ribatte: “Eppure le persone che avevo visto in Grecia o a Catanzaro mi fecero pensare che Hirschman si sbagliava. C’era anche una quarta via aperta di fronte al declino del proprio paese o del proprio sistema: il rifiuto della realtà

 

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