Ognuno di noi ha avuto nella vita l’occasione di tenere in mano, sfogliare e leggere un libro. Siamo abituati alle sensazioni che il processo di lettura provoca in noi: ma ci siamo mai chiesti se il libro possa essere interpretato in una chiave completamente diersa? Negli Stati Uniti quarant’anni fa nasceva la BookArt, un genere artistico che ha l’obbiettivo di ridare vita a un oggetto, il libro, che una volta letto viene solitamente dimenticato. L’oggetto che conosciamo come un insieme di copertina e pagine viene scarnificato e scomposto fino a dare origine a una scultura che solitamente amplifica il significato del libro.

Nel Palazzo della Provincia a Pordenone due book artist condividono la propria esperienza con il pubblico di PordenoneLegge. La canadese Luciana Frigerio, soprannominata “la Andy Warol della BookArt”, ci spiega come l’affascini lavorare sulla parte meno importante del libro, non sulla copertina, non sul dorso, non sulla zona che ospita il testo stampato: l’artista si dedica alla decorazione del taglio (formato dallo spessore delle pagine una accanto all’altra) tramite vari risvolti dei fogli, fino a formare scritte, simboli e immagini tridimensionali che paiono un altorilievo realizzato nella carta. Luciana rivela che l’attività di piegare gli angoli delle pagine è per lei particolarmente rilassante ed è diventato negli anni il suo vero e proprio mestiere, in quanto ogni sua opera vale migliaia di dollari.

L’altra artista è invece una delle poche rappresentanti della corrente della BookArt in Italia: Samantha Bonanno ha però un approccio molto diverso a questa attività rispetto alla collega canadese. Le sue creazioni sono vere e proprie sculture che hanno origine dalle pagine di un libro aperto ma poi prendono vita propria al di fuori di esso. I soggetti rappresentati sono immagini fantastiche, antropomorfe o animalesche, circondate da rami di forste incantate. Attraverso l’arte di Samantha il contenuto del libro si espande e amplifica, rendendo concreto l’ossimoro di una forte passione che scorre all’interno di leggeri e fragili ritagli di carta. Al contrario le opere d’arte della Frigerio, attraverso la loro geometrica perfezione, sono la concretizzazione del fascino delle formule matematiche (che in effetti l’artista usa per progettare le proprie creazioni).