Beppe Severgnini è uno dei pochi giornalisti italiani ad avere una capacità straordinaria di raccontare il nostro Paese. Riesce a descrivere efficacemente complicati fenomeni sociologici e a comunicarli con un’ironia e un ottimismo diventati i suoi tratti caratteristici.
E raccontare l’Italia di oggi è certamente un compito arduo.

Severgnini sceglie la metafora del viaggio per farlo. Non indica dove andare, cosa che va molto di moda ultimamente. Ci dà solo dei consigli. Precisamente venti, venti parole chiave che rappresentano i 20kg di un bagaglio in classe economica.
Il tempo a nostra disposizione questa sera è poco, viaggiamo low cost con un bagaglio a mano e possiamo parlare solo di cinque parole. Brevità, velocità, precisione, ispirazione e incoraggiamento. A cui poi alla fine si aggiunge la resilienza.

Brevità e velocità sono i termini del nostro tempo. Su un treno alta velocità twittiamo cercando di condensare in 140 caratteri i nostri pensieri. Il messaggio immediato vince, perché si comunica velocemente. Ciò però non è in antitesi alla calma e alla tranquillità di alcuni contesti, attenzione.

Precisione è impegno. È applicarsi per fare le cose bene. Questa parola è dedicata agli italiani, che devono impegnarsi perché su di noi grava la nomea di pressapochisti. Dobbiamo sorprendere gli stranieri per la nostra puntualità e il nostro zelo, poi pensiamo alle orecchiette da servire.

Ispirazione e incoraggiamento vanno insieme. L’ispirazione la troviamo in un libro, in un discorso, in un’opera d’arte. È ciò che spinge, un motore propulsore per andare avanti. Inevitabilmente diventa fonte di incoraggiamento per superare gli ostacoli che abbiamo di fronte. È il consiglio fatto su misura per i giovani che potrebbero correre i 100m e si trovano in una lunga estenuante corsa ad ostacoli quotidiana.

Ma chi invece si trova a sollevare i pesi sono le cinquantenni d’Italia, che oggi si trovano a badare a tre generazioni in difficoltà. Come fanno? Con la resilienza, quell’attitudine a reagire alle difficoltà della vita.
A loro deve andare la nostra gratitudine perché stanno portando sulle spalle il nostro Paese. Grazie a loro possiamo andare avanti, sono la nostra speranza.

Ed è bello pensare che il viaggio di questa edizione di Pordenonelegge si concluda così. Con un pizzico di speranza in più per continuare i nostri viaggi.

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