Le luci si spengono, vengono occupati gli ultimi posti ed un velo di silenzio si posa sulla sala. Nell’atmosfera de “La cura” di Battiato fanno il loro ingresso i due protagonisti dell’ultimo incontro di Pordenonelegge 2015: Chiara Gamberale e Massimo Gramellini, che proprio nella nostra città terminano il tour di presentazione del loro nuovo libro, “Avrò cura di te”.

Protagonista del romanzo è Gioconda, detta Giò. Ha trentacinque anni, una storia complicata alle spalle e un unico grande amore: Leonardo, che però l’ha abbandonata. Smarrita e disperata, si ritrova a vivere a casa dei nonni scomparsi da poco, simbolo di un amore perfetto, capace di fare vincere la passione sul tempo che passa. Ma una notte Giò trova un biglietto che la nonna aveva scritto all’angelo custode per ringraziarlo. Con lo sconforto e il coraggio di chi non ha niente da perdere, Giò ci prova, scrive anche lei al suo angelo, che incredibilmente le risponde e le fa una promessa:

“Non posso impedirti di inciampare. Però posso medicare il tuo piede ferito. E prenderti in braccio, fino a quando non sarai in grado di camminare con le tue gambe.
Avro cura di te.”

Giò è un personaggio complicato, ha tutto al posto sbagliato, vive di convinzioni, è una persona che giudica molto. Le perdite che subisce nella prima fase della storia le creano una sorta di rottura a livello emotivo. Come esemplifica Gramellini:

“Quando si prova un forte dolore la prima reazione del nostro cervello è staccare quella “corda” dell’emotività. Ma la grande scoperta è che quando questa corda viene spezzata, non si è più capaci di amare, di provare emozioni. Bisogna essere disposti a soffrire per riattaccarla, per ricongiungere le parti.”

L’angelo (personificato e sprovvisto di ali e aureola) insegnerà a Giò a meravigliarsi ogni giorno, ad essere costantemente curiosa, a guardare con occhi sempre nuovi se stessa e le persone che le stanno attorno. Perché, citando Pavese, la vita è ricominciare sempre.

Così, in un emozionato saluto rivolto inizialmente al pubblico e poi l’uno all’altro, i due scrittori si congedano. E anche se questi giorni sono terminati “è solo la conclusione di un viaggio, perché domani ne inizierà uno nuovo”.

 

 

 

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