Madri. Le figure forse più importanti della nostra esistenza. A volte ingombranti, troppo presenti, assillanti, ma anche affettuose, premurose e dolci. Sono proprio loro il minimo comun denominatore tra i due scrittori Marco Missiroli e Marco Peano, che, presentati da una brillante Federica Manzon, raccontano rispettivamente: “Atti osceni in luogo privato” e “L’invenzione della madre”.
Entrambi sono romanzi di formazione, il loro scopo perciò è quello di raccontarne emozioni, sentimenti, progetti, azioni viste nel loro nascere dall’interno. Il protagonista deve passare attraverso alcune fasi per giungere ad una maturazione. E non è attraverso un’addizione, ma una sottrazione, una perdita che egli giunge all’età adulta.
La figura femminile però muta nei due romanzi. “L’invenzione della madre” si concentra più sulla sfera emotiva del rapporto con essa. Peano racconta una storia d’amore. Si tratta dell’amore più antico e più forte, forse il più puro che esista in natura: quello che unisce una madre e un figlio. Lei è malata, ha poco tempo, e lui, Mattia, sapendo che non potrà salvarla, cercherà di non sprecare nemmeno un istante. In un libro di straziante bellezza, che vuole essere una “guida” per guardare al dolore e attraversarlo senza farsene annientare, Marco Peano ridà senso all’aspetto più inaccettabile dell’esperienza umana: imparare a dire addio a ciò che amiamo.
In “Atti osceni in luogo privato” il protagonista si è appena trasferito a Parigi con la famiglia. La madre ha iniziato a tradire il padre. Avverte prima con le antenne dell’infanzia, poi con le urgenze della maturità, il generoso e confidente mondo delle donne. “Edipicamente” ricercherà sempre la madre in altri luoghi e persone, volendo riscattare sentimentalmente la donna.
Se nel primo romanzo si ha una sottrazione totale della figura materna, sarà parziale nel secondo, una distanza solamente fisica.
In un divertente botta e risposta tra i due scrittori, l’incontro giunge al termine, lasciando il pubblico con un sorriso e ubriaco di parole.
Irene Rondo nata il 3 marzo 1997 a Pordenone. Frequenta il quarto anno di liceo classico. È appassionata di scrittura, fin da piccola ha l’ambizione di diventare giornalista, ma soprattutto dell’ambiente, passione che coltiva prendendo spesso parte a proteste per il rispetto degli animali e dell’ ecosistema. Seppur meno amante del greco, il motto che più la contraddistingue è proprio di Socrate: conosci te stesso.
