Villa Correr – Dolfin è, da sempre, un punto di riferimento per qualsiasi purliliese che si rispetti. Chiuso per la maggior parte dell’anno, il suo immenso parco conserva ancora quel fascino dal sapore antico che, in occasione di eventi o manifestazioni locali, siamo invitati a riscoprire; segnalata nella lista dei Luoghi del Cuore FAI nel 2003, nel 2010 e nel 2012, la villa (una delle più importanti in regione) cela un passato che vale la pena scoprire, anche se non verrà mai raccontato nei libri di Storia (quella importante, con la S maiuscola).

 

La villa fu probabilmente costruita tra la fine del ‘600 e l’inizio del ‘700, dopo l’acquisizione del titolo principesco da parte della famiglia Porcia (Ferdinando di Porcia fu, infatti, nominato principe del Sacro Romano Impero nel 1662, durante il regno di Leopoldo I d’Asburgo). Era inizialmente di proprietà dei nobili Correr, famiglia patrizia giunta a Venezia già nel IX secolo; in seguito al matrimonio di Caterina Correr con il conte Carlo Dolfin, avvenuto nel 1848, la tenuta fu passata ai Dolfin, altra famiglia patrizia, considerata una delle più importanti della Serenissima e presente a Venezia da prima dell’anno mille.

 

La villa divenne subito un importante punto di riferimento commerciale e sociale: se qualcuno di importante arrivava a Pordenone per barca, passava per la “Dogana Correr” e veniva poi accolto all’interno della villa da una delegazione di cittadini pordenonesi. Una delle più importanti fonti di reddito per la famiglia, inoltre, erano i diritti d’acqua del Rio Brentella, usato per far transitare i tronchi di faggio che, arrivando dalla montagna, raggiungevano il fiume Noncello e poi proseguivano verso Venezia.

 

La villa, alla quale si accede dall’imponente cancello d’onore, è a pianta quadrata ed è costituita da due piani, entrambi con pareti riccamente decorate in stile barocco e soffitti alla sansovina (per “travatura alla Sansovino” si intende un modo di allineare le tavole al di sopra dell’ordine di travatura principale). Dal salone principale al piano terra si accede, attraverso quattro porte negli angoli, ad altre quattro stanze (la stessa disposizione si ha anche al piano superiore), ed entrambi i piani sono illuminati da sei finestre ciascuno. Le sei finestre sopra la cornice (che costituiscono l’attico) sono invece frutto di un’aggiunta più tarda, probabilmente realizzata per rendere praticabile il sottotetto. All’interno della villa sembra mancare quasi ogni tipo di servizio, e si suppone che non sia mai stata stabilmente abitata (si ignorano i reali motivi, ma sembra che dal momento della costruzione la villa sia rimasta quasi sempre pressoché disabitata).

 

A est della villa, la lunga barchessa termina nella cappella gentilizia, sulla cui facciata è distinguibile lo stemma dei Dolfin. L’ampio viale d’ingresso della villa, infine, è adornato da numerose statue, perlopiù raffiguranti antichi dei pagani, probabilmente provenienti da una bottega vicentina. Il parco della villa si estende per circa sei ettari ed è ornato, oltre che da numerosi esemplari di flora locale, anche da due piccoli laghetti.

 

In passato, la villa era circondata dalle povere abitazioni della gente comune, i “casoni”, costruiti in legno e ricoperti da tetti di paglia, che spesso venivano incendiati e danneggiavano l’intera borgata.

 

Oggi, il parco della villa è visitabile in occasione di eventi organizzati dal Comune di Porcia (tra i quali la tradizionale rievocazione storica della battaglia napoleonica del 1809, che coinvolge moltissimi reenactors italiani e stranieri); la barchessa è stata di recente adibita a sede principale di una scuola di musica.

 

Bibliografia e fonti:

Porcia passo passo, comune di Porcia (2008)

ProPorcia.it, Villa Correr – Dolfin: monumenti e arte

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