La topografia dell’animo umano possiede alcuni vicoli in cui le immagini di morti, crateri e trincee non riescono ad orientarsi. Sono i luoghi del quotidiano e degli affetti, che permettono un apprendimento passivo ma che infine plasmano il nostro personale scenario interiore e nutrono una porzione significativa della nostra individualità. In questi anfratti dello spirito trovano ossigeno i romanzi dell’infanzia, i sentimenti impliciti e quelli taciuti e i lutti silenziosi, ovvero quelli dimenticati o mai raccontati.

Giovedì 29 gennaio, alle 20:45 il Teatro Verdi s’illuminerà per lo spettacolo Doppio Fronte – Oratorio per la Grande Guerra. Protagonisti della serata saranno Moni Ovadia e Lucia Galeazzi, che riporteranno alla memoria quei due binari paralleli, teatri in simbiosi e tipici di tutte le guerre: non solo la linea del fronte con le sue sorde atrocità e i suoi faticosi spostamenti, ma anche quella più riservata e intima della lotta quotidiana delle madri e delle mogli dei soldati.

Come testi, le lettere dal fronte e i diari degli uomini e delle donne – tra cui quelli di Carlo Emilio Gadda e Ungaretti – ma anche una selezione di canti patriottici e antimilitaristi – interpretati dalla Stage Orchestra e dal coro giovanile Freevoices – che, in virtù della grande potenza lirica, hanno plasmato l’immaginario collettivo di quattro generazioni di veneti e friulani.

La serata rappresenta il secondo atto della rassegna Storytellers, il cui filo conduttore è intrecciato unendo storie dal grande impatto a narratori di primo piano: quello di giovedì sarà l’evento centrale, tra All You Need is Love – L’economia spiegata con i Beatles andato in scena l’ottobre scorso e Il tempo senza lavoro, previsto per aprile.

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