A San Giorgio di Nogaro – nella bassa friulana in provincia di Udine – appena a dieci minuti dal Municipio, si trova il Centro Medico “Università Castrense”. Si tratta di una bellissima, quanto recente, struttura razionale che rappresenta un’originale commistione tra un soggetto privato, il Centro Medico, ed un ente pubblico, cioè il comune sangiorgino.
Esso offre delle ottime prestazioni sanitarie e visite specialistiche di diverso genere (Cardiologia, Chirurgia generale, Neurologia, ecc..), oltre che un’organizzazione efficiente e un’etica professionale basata su dei principi fondamentali, come l’equità e la solidarietà.  All’interno poi, vi operano figure professionali polispecialistiche di grande esperienza e nell’ottobre 2011, il Centro ha anche ottenuto la Certificazione di Qualità ISO 9001-2008 dall’Ente Internazionale Det Norske Veritas.

Ma perchè proprio a San Giorgio di Nogaro si è dedicato un recente Centro Medico ad un’Università e per di più Castrense?
Le sue origini sono infatti molto particolari e risalgono al febbraio 1916 , quando fu istituita l’Università da campo per affrontare l’emergenza sanitaria causata dal primo conflitto mondiale: in questo modo si rispose all’esigenza di medici sul fronte bellico. Infatti la guerra mobilitò tutti, studenti universitari compresi e quindi, anche quelli delle Facoltà di Medicina e Chirurgia che chiamati al fronte, dovettero interrompere i loro studi.

San Giorgio di Nogaro entrò a far parte del Regno d’Italia nel 1866. All’inizio della Prima Guerra Mondiale, si trovava dunque a pochi chilometri rispetto al confine con il Friuli Orientale, il quale appunto era di dominio austro – ungarico.
Vista la posizione strategica, il paese divenne un importante centro militare di deposito, di logistica e di servizi sanitari: erano presenti ben due ospedali principali della Sanità Militare e altri sei della Croce Rossa.

Il comando Cadorna, già tra maggio e settembre 1915, dimostrò la sua labile quanto inutile strategia e in questi ospedali arrivarono tutti i soldati feriti nelle prime quattro disastrose battaglie dell’Isonzo. Le strutture sanitarie furono letteralmente travolte dall’enorme numero di soldati e il comune friulano divenne così il più grande ospedale della Grande Guerra in Italia, avente fino a 3.500 posti letto.

Le condizioni in cui i soldati riversavano fecero però fin da subito denotare la carenza di un numero adeguato di personale sanitario e soprattutto la mancanza di un’idonea preparazione riguardo alla Medicina di guerra.
Così, alla fine del 1915, il Comando Supremo del Regio Esercito suggerì la costruzione di una Scuola Medica da campo a San Giorgio di Nogaro.

Dopo un lungo dibattito politico, il 09 gennaio 1916 venne promulgato il Decreto Legislativo n°38 con il quale si istituivano i Corsi accelerati di Medicina e Chirurgia nella zona di guerra per gli studenti del quinto e del sesto anno con il vincolo di leva.
Infatti un primo decreto fu respinto dal Senato, per poi invece essere firmato a Parlamento chiuso dal Luogotenente Tomaso di Savoia, sul quale esercitò una certa pressione anche il generale Cadorna.
Dai passaggi di alcuni scontri parlamentari del 1916 riguardo all’istituzione di questa Università, si capisce infatti che essa fu molto contestata sia a livello politico che accademico perchè andava a minare degli assetti tradizionali, in primis quelli delle Università storiche: alcuni deputati sostennero infatti che gli studenti dovevano essere solo tali e che essi quindi dovevano studiare solo nelle sedi più “opportune”, mentre chi era un soldato, doveva semplicemente agire “come un soldato”.

A tale progetto si interessò anche Elena di Francia Duchessa d’Aosta, la quale poi fu ospite a villa Dora (oggi sede della biblioteca comunale) e talvolta frequentò anche le lezioni assieme agli studenti.
Dopo la promulgazione, si costruirono rapidamente baracche in legno che vennero adibite ad aule per lezioni, mense e dormitori e f
urono richiamati dal fronte gli studenti di Medicina e di Chirurgia del quinto e del sesto anno. La priorità infatti era quella di accelerare i tempi che servivano a diventare ufficiali medici e quindi rispondere alla drammatica emergenza sanitaria al fronte.
In questo senso, tra i medici invece che stavano prestando servizio, si radunarono sia quelli titolari di cattedre di insegnamento all’Università, sia quelli muniti di titoli legali per farlo.

La Scuola fu istituita il 13 febbraio 1916 sotto giurisdizione del Comando Supremo, mentre come direttore fu nominato il tenente colonnello medico Giuseppe Tusini. Quest’ultimo aveva rinunciato al proprio impiego di ordinario di Chirurgia e Medicina operatoria all’Università di Modena per arruolarsi. Presso l’Università sangiorgina insegnò poi proprio questa materia.
Viste le esigenze, l’avvio dei corsi universitari fu immediato. 
Le lezioni iniziarono il 14 febbraio 1816  nei caseggiati di legno, mentre la sede della direzione e segreteria fu collocata nel Municipio di San Giorgio di Nogaro.
Si costituì così l’Università, la cui denominazione ufficiale fu Scuola Medica di San Giorgio di Nogaro e che in seguito configurò anche come sezione staccata dell’Università di Padova: il nome ufficioso fu appunto “Università Castrense”.

Gli studenti poterono non solo studiare sui libri e frequentare le lezioni, ma soprattutto lavorano negli ambulatori e nelle sale operatorie. Per la pratica, inoltre, ebbero a disposizione una quantità infinita di arti mutilati e segmenti di cadavere: infatti qualsiasi parte anatomica umana con traumi da guerra, veniva inviata all’Istituto di anatomia patologica della Scuola.

Le giornate degli studenti, nonché quelle dei professori, furono piene, impegnative ed estenuanti. Molti di essi poi diventarono figure di spicco del mondo universitario e della ricerca medica italiana, non solo grazie alla particolare situazione bellica, ma anche grazie alla loro stessa dedizione e pure a quella di personalità di primo piano tra i professori.

I corsi dell’Università Castrense furono quelli di Traumatologia, Protesi e Chirurgia degli arti, Otorinolaringoiatria, Stomatoiatria, Clinica medica generale, Pediatria, Ostetrica e Ginecologia, Semiotica medica, Oculistica, Dermosifilopatia, Malattie nervose e mentali, Igiene, Profilassi ed Epidemiologia, Anatomia patologia, Medicina legale, Logistica sanitaria, Farmacologia, Patologia generale, Anatomia descrittiva e topografica, Patologia speciale e chirurgica, Patologia medica e Fisiologia.

Tali specializzazioni non furono funzionali solo alla cura dei soldati feriti o malati, ma permisero anche controlli preventivi sui soldati da inviare al fronte. Non da meno, fornirono un aiuto sanitario anche alla popolazione civile.
Nel 1916, con una disposizione da parte del Governo Boselli, l’Università di San Giorgio di Nogaro fu nominata “Castrense” anche per sede di Padova.

L’Università Castrense fu unica, tanto che all’epoca venne studiata da delegazioni sanitarie-militari di Francia, Inghilterra e persino Giappone. Continuarono però a svolgersi alcuni dibattiti parlamentari e proprio mentre anche uno studente scriveva al relatore parlamentare Dini una lettera dopo un’intera drammatica giornata passata tra morti e feriti, con fuori i tuoni di cannone e i rombi di aereoplani: «qui s’impara e si studia molto. Questa è la più seria Università del Regno».
Insomma, una “laurea di guerra”, ma non per questo da meno.

L’esperienza della Scuola medica sangiorgina si concluse nella primavera del 1917 e nei suoi due brevi ma intensi anni di vita, gli studenti ammontarono a 1187. Essi furono richiamati “da medici” negli ospedali all’indomani della disastrosa Caporetto e il 12% di essi perse la vita durante le battaglie o in altre operazioni militari.
Tristemente, ad alcune famiglie di questi “studenti – soldato” sarebbe arrivato l’annuncio della morte del figlio prima del diploma di laurea (il quale veniva inviato a casa dalla segreteria universitaria).

Oggi
 rimane un’esperienza storica per lo più sconosciuta della Grande Guerra, sebbene si possa considerare come una vera e propria “Università nazionale italiana” , la cui importanza incise sulla Storia.

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