La storia che sta dietro al perché a Pordenone si parli veneto è indubbiamente un interessante esempio da un lato di meccanismi linguistici quali il paracadutismo, dall’altro di imitazione di varietà linguistiche “prestigiose”. La storia della città di Pordenone, infatti, e quindi anche la storia delle vicende linguistiche che la riguardano, sono quelle di un corpus separatum all’interno della Patria del Friuli.
Alla città si può attribuire, come fa Piera Rizzolatti in Parlar “veneto” a Pordenone, per i “secoli XV e XVI una facies linguistica sostanzialmente friulana”, e, per capire come Pordenone sia arrivata a diventare una città veneta, è necessario ricordare come Pordenone non fece mai parte politicamente della Patria del Friuli, ma si trovò piuttosto spesso in contrasto col Patriarca aquileiese, alleata di Treviso ed enclave asburgica fino alla dieta di Worms del 1521, anno in cui, 101 anni dopo rispetto alla Patria, divenne territorio veneziano. Il dominio veneziano chiaramente favorì la diffusione della lingua veneta, già presente in città grazie alle famiglie di lingua veneta provenienti dalla zona oltre il Livenza domiciliate a Pordenone, nonché al costante collegamento che la città aveva con la costa veneta grazie al fiume Noncello. Con l’impiantarsi anche di un provveditore-capitano veneziano e l’arrivo di nobiltà veneta, il veneziano divenne lingua di prestigio e permeò perciò con il tempo tutti gli strati della società cittadina, lasciando maggiormente intatta la compagine linguistica esterna a essa; anche quest’ultima compagine però non venne definitivamente lasciata immutata, perché, specialmente dalla fine della Grande Guerra, avrà luogo una sistematica imitazione della parlata cittadina nelle campagne.
Una storia linguistica legata a doppio filo con la politica e l’economia, in una città al centro di un territorio geopoliticamente interessante ed economicamente centrale grazie al fiume Noncello, diretto collegamento tra questo tratto finale della pianura veneta e il mare adriatico.
Nato negli USA, da sempre vivo in Friuli. Laureato in Lettere Classiche, sono laureato in Filologia Classica presso il Collegio Superiore dell’Università di Bologna e in Studi Interdisciplinari Europei al Collegio d’Europa, campus di Natolin. Fieramente europeo, le mie giornate son in perpetua oscillazione tra Omero e il Manifesto di Ventotene. Opero giorno per giorno per costruire una nazione, un continente, una comunità che riconoscano il valore della cultura e che in essa si riconoscano.