Domenica 8 novembre la Società operaia di mutuo soccorso e istruzione di Pordenone ha portato a casa i suoi ventitré soci caduti durante la Grande Guerra. Questo concetto è stato più volte sottolineato dalla Presidentessa del sodalizio Rosa Saccotelli Pavan, la quale ha accolto un nutritissimo numero di civili e militari, autorità e semplici cittadini nella grande sala della sede della Società, sita in palazzo Gregoris.

Per quanto grande la sala, molta la gente in piedi; così anche nel Duomo, per la Messa: un occasione, come hanno sottolineato sia il celebrante in Chiesa che il Presidente della Provincia in sede della Operaia per fare un ‘ripasso’ dei valori che contraddistinguono la Società operaia, la Chiesa, le istituzioni democratiche e tutto il nostro popolo, cioè quelli fondati sul concetto di generosità.

Accompagnato dalla fanfara dell’11° rgt. Bersaglieri di Orcenico Superiore, il corteo commemorativo si è mosso tra la sede della Società e il Duomo, per tornare, al termine della Messa, in sede dove è stato presentato il volume La Società operaia di Pordenone nella Grande Guerra. Ricordo dei Soci caduti, a cura di Mario Tomadini. Il volume racconta le vicende dei ventitré soci caduti e dipinge uno spaccato della nostra città al tempo della Guerra.

I relatori nei loro discorsi ricordano, oltre naturalmente ai caduti, il sindaco di allora, l’avv. Policreti, gli operai dei cotonifici, ma anche e soprattutto i caduti da entrambe le parti del fronte. Anche la richiesta di riabilitazione di coloro che furono ingiustamente vittime della pratica delle decimazioni riecheggia nelle stanze di palazzo Gregoris, accompagnata dall’applauso approvante di tutti i presenti.

Da ultimo non rimane che ripetere quanto ricordato riguardo al ruolo svolto dalle Operaie in tempo di guerra: ebbero un importantissimo ruolo di supporto per le famiglie dei partiti al fronte e anche per profughi friulani che si rifugiarono in particolare in Toscana, ma anche in Puglia, Lazio e finanche in Calabria, dopo che l’Emilia-Romagna, la destinazione originale, li accolse in maniera tutt’altro che amichevole, come poi avverrà anche con gli esuli d’Istria e di Dalmazia.

Una Società operaia dal passato generoso, colla missione di dare generosamente.

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